Gli anni ’80, dall’urlo di Martellini al gol più bello della storia del calcio

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Gli anni ’80, dall’urlo di Martellini al gol più bello della storia del calcio

Gli anni ’80, dall’urlo di Martellini al gol più bello della storia del calcio

08 Giugno 2010

“Palla al centro per Muller, ferma Scirea, Bergomi, Gentile, è finito! Campioni del mondo, Campioni del mondo, Campioni del mondo!!!”. Serve aggiungere altro? Naturalmente il famoso urlo è quello di Nando Martellini al termine di Italia-Germania Ovest, la finale di Spagna 1982 che ci ha consegnato il titolo di Campioni del mondo per la terza volta. Basterebbe quest’unico richiamo per rappresentare l’intero decennio per noi italiani ma accadde molto altro all’interno dei nostri confini come in tutto il mondo.

La prima nota lieta degli anni ’80 fu la nascita di un personaggio videoludico giallo e sferico. Il mai tramontato Pacman fa il suo ingresso in scena proprio mentre l’ex attore statunitense Ronald Reagan stava per diventare presidente degli Usa, a cavallo tra il 1980 e il 1981. In Italia il 27 giugno precipita a Ustica un aereo mentre il 2 agosto una bomba esplose nella stazione ferroviaria di Bologna provocando 85 morti e oltre 200 feriti. Ma non è tutto, ci fu spazio ancora per il tremendo terremoto dell’Irpinia, per l’inizio delle trasmissioni di Canale 5 e per la pubblicazione de “il nome della rosa” di Umberto Eco. Nel 1981 accaddero altri 2 fatti di impatto mondiale (seppure in maniera molto diversa), l’11 maggio Bob Marley morì a causa di un tumore al cervello, ai polmoni ed allo stomaco e il 13 maggio Papa Giovanni Paolo II venne ferito da un colpo di pistola mentre salutava la folla in Piazza San Pietro. Il responsabile, il turco Alì Agca, fu condannato all’ergastolo ma nel gennaio 2010 viene scarcerato. Il tempo scorre e l’anno successivo, oltre ai mondiali , iniziarono anche i negoziati fra USA e URSS per il controllo e la riduzione dei missili strategici, inoltre l’esercito argentino occupò le Isole Falkland, di proprietà inglese, e ne rivendicò la proprietà. L’Inghilterra reagì con la forza e rapidamente riconquistò l’arcipelago.

Il XII Campionato del Mondo di calcio, giocato in Spagna dal 13 giugno all’11 luglio 1982, viene spesso ricordato come una manifestazione dal buon impatto qualitativo. In parte per l’allargamento dalle consuete 16 a 24 squadre partecipanti, ma soprattutto per la presenza di numerose “stelle” nelle varie compagini: da Michel Platini e Jean Tigana (Francia), passando per Rummenigge, Müller e Littbarski (Germania Ovest) fino a Zibi Boniek, fresco di ingaggio da parte della Juventus. Senza dimenticare il camerunense Roger Milla e il totem Diego Armando Maradona, escluso dal ct nell’edizione del ’78 e al suo esordio mondiale; per non parlare dei brasiliani Zico, Cerezo e Falcão. Insomma, un ottima premessa per uno spettacolo che manterrà le aspettative. Tra l’altro l’edizione spagnola del Mundial è stata la prima a ospitare tutti e 5 i continenti e tutte le 6 Confederazioni: la combinazione si verificherà  di nuovo solamente a Germania 2006 (ma nel 2006 l’Australia, che aveva giocato le qualificazioni come affiliata OFC, era passata sotto l’egida AFC) e curiosamente in entrambe le occasioni alla fine ebbe la meglio la compagine italiana.

Gli azzurri erano sotto la guida tecnica di Enzo Bearzot, fortemente contestato all’epoca per aver deciso di portare ai mondiali Paolo Rossi, reduce da 2 anni di squalifica per lo scandalo del calcio scommesse. Comunque, anche in base ad altre esclusioni come quella del bomber giallorosso Pruzzo, la rosa si presentava così: 1 Zoff, 2 Baresi, 3 Bergomi, 4 Cabrini, 5 Collovati, 6 Gentile, 7 Scirea, 8 Vierchowod, 9 Antognoni, 10 Dossena, 11 Marini, 12 Bordon, 13 Oriali, 14 Tardelli, 15 Causio, 16 Conti, 17 Massaro, 18 Altobelli, 19 Graziani, 20 Rossi, 21 Selvaggi, 22 Galli. Nelle prime 3 partite del girone eliminatorio l’Italia faticò moltissimo e giocò male, riuscendo ad accedere alla fase successiva solo grazie ai 3 pareggi con Polonia, Perù e Camerun. Nella seconda fase a gironi l’Italia inizia a girare a dovere e batte l’Argentina con un buon 2-1 (55’ Tardelli, 67’ Cabrini, 83’ Passarella), nello stesso girone però c’è anche il fortissimo Brasile che batte i biancoazzurri 3-1, costringendo di fatto l’Italia a batterli nell’ultima, decisiva partita del 5 luglio. Il match fu al cardiopalma dall’inizio alla fine. Il vantaggio italiano arrivò dopo soli 5 minuti con Paolo Rossi (che diventerà l’eroe di quella spedizione), ma i verdeoro pareggiano al 12’ con Sócrates senza però riuscire a chiudere il primo tempo e al 25’ Rossi punì ancora una distratta difesa in versione Samba. Nella ripresa ci fu il pareggio del Brasile al 69° con Falcão, ma al 74° Rossi segnò il terzo gol dando il via a 15 minuti di autentica sofferenza, esemplificati dalla splendida parata di Dino Zoff, che anni dopo racconterà di aver avuto paura che l’arbitro, nonostante il pallone non fosse entrato, convalidasse il gol tanto la sfera si trovava vicina alla rete. Questa partita sarà ricordata dai brasiliani come la Tragedia del Sarriá e dagli italiani come l’inizio della magia.

A giocarsi la Coppa restarono quattro squadre europee: Francia, Germania Ovest, Italia e Polonia. La prima semifinale vedeva nuovamente contro italiani e polacchi: al contrario della partita della prima fase, gli azzurri dominarono gli avversari, battuti per 2-0 (doppietta di Rossi, giunto a cinque reti in appena due partite). La seconda semifinale fra Germania Ovest e Francia fu decisamente più spettacolare e alla fine dei tempi regolamentrai il risultato era bloccato sull’1-1. Nei supplementari la Francia si portò sul 3-1 ma la Germania trovò la forza di pareggiare e per la prima volta nella storia dei Mondiali una partita si decise ai rigori: la spuntò la Germania Ovest per 5-4.

L’11 luglio 1982 andò in scena la finalissima. Non iniziò bene per l’Italia, dopo appena 8 minuti Graziani si infortunò a causa di uno scontro Lo sterile dominio italiano del primo tempo non portò nessun vantaggio, che arrivò soltanto al 58’ della ripresa grazie all’ennesimo gol di Paolo Rossi, quando i tedeschi calarono notevolmente. Dopo qualche tentativo di pareggio di Hrubesch, gli azzurri raddoppiarono al 69’ con un tiro dal limite di Tardelli (immagine divenuta poi un’icona per l’esultanza smodata). Altobelli infine segnò la rete del 3-0 all’80’ e diede il via alla festa nelle strade, nelle piazza e dovunque ci fosse un tricolore. A nulla valse il gol della bandiera di Breitner all’83’, l’Italia era Campione del mondo per la terza volta nella sua storia.

Nel 1983 si mossero diverse cose nello scacchiere mondiale, la parte nord di Cipro si proclamò indipendente ma è anche l’anno di una piccola/grande automobile italiana, la Fiat Uno. L’84 sono le relazioni internazionali a farla da padrone e mentre l’Unione Sovietica (con i suoi paesi satellite) boicottò le Olimpiadi di Los Angeles, nel nostro paese venne firmato il nuovo concordato fra Italia e Santa Sede. Il 1985 vide Michail Gorbaciov divenire segretario generale del comitato centrale del partito appena pochi mesi prima di una delle più grandi manifestazioni musicali internazionali: il 13 luglio si svolse infatti il Live Aid. In Italia un commando palestinese sequestra la nave da crociera Achille Lauro con 450 persone a bordo. Il 1986, oltre ai campionati del mondo messicani, vedrà esplodere un reattore nucleare a Cernobyl, con la conseguente dispersione della nube e la paura che regnerà per qualche anno in Europa.

Originariamente i giochi per 1986 furono assegnati alla Colombia ma il paese sudamericano non riuscì ad adempiere alle richieste Fifa (di fattò si ritirò) e fu rimpiazzato dal Messico, che aveva già ospitato un mundial nel 1970. La fortuna non sembrava arridere al mondiale, che come nel 1962 in Cile si vide anticipato da una serie di terremoti che nel 1985 colpirono il Messico provocando più di 10mila morti. Le squadre partecipanti rimasero 24, come nell’edizione precedente, ma si cambiò la formula: la seconda fase non sarebbe più stata a gironi ma si sarebbe tornati all’eliminazione diretta, inoltre vennero aggiunti gli ottavi di finale.

La delusione maggiore giunse proprio dagli azzurri campioni del Mondo in carica. Il ct Bearzot (ancora alla guida della nazionale nonostante la mancata qualificazione all’europeo di 2 anni prima) dimostrò eccessiva riconoscenza verso i protagonisti dell’82. La Nazionale si arrese così agli ottavi di finale contro la Francia per 2-0 dopo un girone sottotono concluso con 2 pareggi contro Bulgaria e Argentina e una vittoria contro la Corea del Sud. La fine di un ciclo, rappresentata dall’abbandono di Bearzot e l’arrivo di Azeglio Vicini.

Lo spettacolo vero si vide da un’altra parte. Il quarto di finale che mise di fronte Argentina e Inghilterra fu memorabile. In primis per il clima freddo esistente tra i due paesi per la contesa di qualche anno prima sulle isole Falkland, ma soprattutto grazie a Diego Armando Maradona. La partita terminerà 2-1 per la nazionale Albiceleste ma al di là del risultato quel match è ancora tra i più visti di sempre per ben due motivi: al 51’ Maradona trafisse il portiere inglese in uscita con un tocco di mano, ribattezzato più tardi da lui stesso come la “Mano de Dios” o, come è noto in Inghilterra the hand of the Devil ossia La mano del Diavolo. Fu al 54’ però che “El Pibe de oro” si guadagnò la sua fama leggendaria, facendo materializzare davanti agli occhi di uno stadio incredulo il gol per eccellenza; uno slalom iniziato a metà campo superando prima uno, poi due, tre, infine quattro avversari prima di eludere il portiere con una finta e depositare in rete. Non ci fu e non c’è commento possibile ad un gesto tecnico di tale fattura. A parlare furono gli applausi che scrosciarono da tutto lo stadio, senza distinzione di tifo o nazionalità. Superato lo scoglio britannico l’Argentina non trovò problemi contro i belgi in semifinale, eliminati con un rotondo 2-0, mentre nell’altra semifinale la Germania Ovest battè i bleus. In finale i sudamericani vinsero 3-2 [23’ Brown (Arg), 55’ Valdano (Arg), 74’ Rummenigge (Ger), 80’ Völler (Ger), 83’ Burruchaga (Arg)] e si laurearono campioni del mondo per la seconda volta.

Dimenticato il mondiale, ci si ributta nella vita vera e nel 1987, dopo 8 anni di trattative, venne firmato tra USA e URSS un trattato per la riduzione degli arsenali nucleari e la distruzione degli euromissili e da un punto di vista ambientale si scoprì il buco dell’ozono sopra l’Antartide che porterà, 2 anni dopo, al bando del gas freon nelle bombolette spray. L’88 fu l’anno della svolta per il Cile, che con un referendum popolare fece decadere la carica del dittatore Augusto Pinochet. La chiusura del decennio è ricca di avvenimenti importanti. Primo tra tutti la repressione nel sangue della protesta pacifica di piazza Tien An Men. Nell’informatica venne lanciato sul mercato un prodotto di larghissimo consumo anche ai giorni nostri, il Game Boy. Infine, il 9 novembre 1989 venne abbattuto il Muro di Berlino, considerato il simbolo della guerra fredda: da questo momento in poi inizierà una nuova fase storica. Ma è anche la decade della politica e occorre menzionare due figure su tutte: il Presidente repubblicano Ronald Reagan e la tory Margaret Thatcher, che governano rispettivamente gli USA e il Regno Unito per quasi l’intero decennio.