Olanda vs Spagna, 90 minuti per scrivere un nuovo nome nella Storia

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Olanda vs Spagna, 90 minuti per scrivere un nuovo nome nella Storia

11 Luglio 2010

Prima di tutto una finale inedita. Poi una gran bella partita dall’esito incerto. Questo il succo di Olanda-Spagna, una sfida che promette scintille ma che mette a confronto anche due famiglie di regnanti: la giovane regina Beatrice (appena 30 anni) da una parte e l’anziano re Juan Carlos dall’altra. Fuoco alle ceneri della nobiltà europea.

Ma non si tratta solo di una sfida tra famiglie, benché importanti. E’ una vera e propria rievocazione storica di fatti accaduti quasi 500 anni fa. Nel 1579 infatti gli olandesi hanno dichiarato la loro indipendenza dalla Spagna. La libertà vera e propria arriverà solo qualche anno più tardi, ma giova ricordare che affermare la propria superiorità, sia pure su un campo da calcio, non può che far piacere a entrambi gli stati.

Sarà una battaglia come non se ne vedono da anni, anche se giocata in punta di fioretto, assecondando le caratteristica delle due compagini. Idealmente ad accompagnarle ci sono le 12 province orange (Drenthe, Flevoland, Fryslan, Gelderland, Groningen, Limburg, Noord-Brabant, Noord-Holland, Overijssel, Utrecht, Zeeland, Zuid-Holland) e le 17 regioni autonome – e le due città autonome, Ceuta e Melilla – che compongono la Spagna (Andalucia, Aragona, Asturia, Baleari, Canarie, Cantabria, Castilla-La Mancha, Castilla y Leon, Catalogna, Comunità Valenciana, Extremadura, Galizia, La Rioja, Madrid, Murcia, Navarra, Paesi Baschi.

Ma le furie rosse non rappresentano solo i propri territori, portano in finale il cosiddetto “Club Med", un gruppo di paesi del Mediterraneo che in questo periodo sta affrontando una grave crisi economica. Il 2010 è stato duro per il Club – con la Grecia alle prese con una recessione senza precedenti che ha rischiato di contagiare la stabilità finanziaria dell’Europa nel suo insieme – con il Portogallo, la Spagna e l’Italia indicate come le più a rischio dal punto di vista monetario. Il resto dell ‘Ue, guidata dalla Germania, ha già imposto misure severe per tutti, ma i tagli nel sociale di ciascuno hanno ingenerato una forma di protesta molto forte fatta di scioperi e disordini. L’instabilità politica è quindi dietro l’angolo.

Se Atene piange Sparta non ride. Anche l’Olanda ha i suoi problemi. Si trova nella non invidiabile posizione di essere “incastrata” tra alcuni dei paesi più potenti d’Europa. Come già detto, la combinazione tra geografia fisica e politica ha fatto sì che i baesi bassi siano stati facilmente invasi più volte dagli influenti vicini. Per sopravvivere, i tulipani hanno quindi dovuto imparare a fare del loro paese un alleato indispensabile per i vicini, e non una terra di conquista. Per raggiungere l’obiettivo hanno costruito infrastrutture per i trasporti ed economiche eccellenti ed interconnesse con i paesi confinanti. Per mantenere queste alleanze all’interno di strutture come la NATO e l’Unione europea gli olandesi cercano di fare in modo che gli interessi di tutti siano allineati e vadano verso la stessa direzione.

Calcisticamente, Olanda e Spagna non si sono mai affrontate in una fase finale di un Mondiale o di un Europeo. In perfetta parità i 9 precedenti, 4 successi a testa e 1 pareggio: il primo dei quali risale addirittura alle Olimpiadi del 1920, quando la Spagna vinse 3-1 nella finale per il secondo posto.

La sfida è leggendaria e interessante allo stesso tempo. Si può dire che la Spagna sia la squadra che più di tutte ha attinto al patrimonio orange degli anni ’70, cercando di cogliere i punti di forza e sfruttando l’alto tasso tecnico dei suoi giocatori. Sono loro i verdi eredi di Cruyff&Rep, mentre i tulipani hanno fatto il percorso inverso. L’impianto di gioco che Van Basten (nel 2006 e nel 2008) ha provato a instaurare, ma che è riuscito soltanto in parte a mettere in pratica è stato ripreso da Van Marwijk, che ne ha sensibilmente migliorato i meccanismi come testimoniano i 25 risultati utili consecutivi. Si tratta però di un gioco lontano da quello della furie rosse, più incentrato sul non possesso palla, attento alle trame avversarie e pronto a ripartire in gran velocità quando se presenta l’occasione.

Tutti gli interpreti del match sono in grado di risolvere la contesa. Dimostrazione ne sono le semifinali in cui a decidere è stato il difensore Puyol per i rossi e il terzino Van bronckhorst ha segnato il primo gol arancione. Pronostico apertissimo e grande spettacolo per il miliardo di telespettatori che si godrà l’evento.

Buona finale a tutti.