Eroi di carta. C’è una sinistra che ha smascherato il “personaggio Saviano”
11 Giugno 2010
Cos’ha detto di così scandaloso su Roberto Saviano il sociologo Alessandro Dal Lago? Che esiste una coincidenza fra il protagonista di Gomorra, un personaggio romanzesco, letterario, avventurosamente in sella al suo vespino nel feudo dei Casalesi, e l’autore del libro, che vediamo in televisione, santificato dai media ma che non è in grado di incidere fino in fondo sulla realtà per cambiarla. Questo cortocircuito fra vita e romanzo alla fine produce solo assuefazione nell’opinione pubblica, neanche uno scatto che abbia delle ricadute politiche decisive.
Saviano è un "eroe di carta", come recita il titolo del saggio di Dal Lago uscito un mese fa per Manifestolibri (Eroi di carta, Il caso Gomorra e altre epopee). Saggio che ha scatenato un inferno a sinistra e nella destra finiana, tutti a dare addosso al professore, Sofri, Flores, il senatore Violante, il webmagazine di FareFuturo, come ti sei permesso di mettere a repentaglio la "savianeide"? Qualcuno lo ha difeso, il Foglio, il Corriere della Sera, per non dire della canzone di Daniele Sepe che traduce in musica i sospetti di certa sinistra "off" verso il bestseller di qualità (Mondadori).
Al di là dello scorno fra guelfi e ghibellini, bisogna ammettere che gli eroi di carta sono il frutto della spoliticizzazione, della involuzione delle forme dell’impegno di oggi, e con il loro comportamento pubblico mettono in gioco la responsabilità dell’intellettuale, l’uso e l’abuso che ne fanno i media, dentro un universo dove lo spettacolo si confonde con una legalità mitizzata, in un pericoloso moralismo autoassolutorio che sconfina nel taumaturgico.
Domenica prossima, sull’Occidentale ospiteremo una intervista ad Alessandro Dal Lago. Oggi parliamo del suo libro con il direttore editoriale di Manifestolibri, Marco Bascetta.
Direttore, Giuliano Ferrara ha scritto che Alessandro Dal Lago "sa distinguere i blockbuster dai grandi romanzi, Moccia e Saviano da Victor Hugo"
Tendenzialmente Ferrara cerca sempre di trovare e far esplodere le contraddizioni della sinistra. Gli interessa soprattutto colpire quei ragionamenti mainstream del blocco raccolto intorno al gruppo Repubblica/l’Espresso, verso cui anche noi del manifesto siamo critici.
E’ un endorsement strumentale oppure l’elefantino è sincero?
Un po’ tutte e due le cose. A Ferrara un libro come quello di Dal Lago fa comodo per la sua battaglia ideologica ma nello stesso tempo credo che il suo riconoscimento sia vero, che abbia apprezzato sinceramente la libertà di pensiero di un autore come Alessandro.
Perché "Eroi di carta" ha scatenato questo putiferio a sinistra?
Il discorso di Dal Lago è politico. Il suo è un libro contro la temperie della sinistra dominante. Oggi la sinistra non può ricostruirsi solo attraverso leader che infiammano le piazze.
Repubblica lo fa?
A Repubblica basta cercare un exemplum virtutis ed è proprio questa la critica mossa da Dal Lago: non ci sono scorciatoie per ricostruire qualcosa, i modelli possono infiammare le piazze ma il percorso per riconquistare una egemonia è molto più lungo e difficile. Glorificando Saviano la sinistra diventa subalterna a una logica moralistica, dimenticandosi di fare un’analisi materiale dei processi sociali.
Da dove nasce questo bisogno di eroi?
Il caso Saviano è tutto dentro i meccanismi dell’industria culturale e può servire come modello per interrogarsi su altri problemi che riguardano la nostra cultura, penso alla new italian epic.
A proposito di nuovi epici, anche W-Ming se l’è presa con Dal Lago
Il collettivo W-Ming ha fatto ottime cose ma certe volte esagera, come quando si attribuisce il merito di aver segnato la storia delle giornate di Genova.
Poi ci sono i finiani di FareFuturo
Per i finiani Saviano è un boccone prelibatissimo perché mette insieme la critica alla casta, alla corruzione del sistema politico, e nello stesso tempo offre un elemento classico della destra politica, l’imitazione dal basso dei modelli eccellenti, la retorica del guardare al futuro perché c’è un maestro o un capo carismatico che indica la strada. Ovviamente si tratta di meccanismi interni alla dialettica competitiva con il berlusconismo.
Davanti ai giovani e agli studenti Saviano ottiene un successo dirompente
Non ci vedo niente di male nel fatto che i giovani apprezzino la denuncia verso ciò che non funziona nella realtà, una realtà orribile, e s’impegnino a cambiarla. Ma la situazione del nostro sistema dell’istruzione immiserisce molto di più dei Casalesi le condizioni di vita degli studenti. Con questo non voglio dire che bisogna occuparsi solo di ciò che ci tocca direttamente ma che dobbiamo sempre tenere presente un insieme di problemi, senza lasciare che si coagulino attorno a una sola questione, per quanto decisiva, come può essere quella della lotta alla mafia.
Cosa direbbe a quegli studenti?
Gli direi costruite il vostro discorso. Non fatelo solo imitando un modello.