Non è facile predicare un Islam moderato quando rischi la vita
07 Settembre 2010
Fin dall’inizio della sua storia un elemento centrale dell’Islam è stata una forma di moderazione. E’ vero che da nessuna parte c’è scritto che i musulmani debbano amare il prossimo, come risulta invece nel Vecchio Testamento, e tanto meno i loro nemici, come appare nel Nuovo Testamento. Ma è altrettanto vero che i musulmani sono obbligati ad accettare le diversità e questo comandamento viene per lo più obbedito. L’affermazione del profeta Maometto che “le differenze all’interno di una comunità sono parte della misericordia di Dio” esprimeva una delle idee centrali dell’Islam e, fin dai tempi più remoti, è stata custodita sia dalla legge che dalle tradizioni.
Fino al trionfo del secolarismo, tale principio permise di sviluppare un livello di tolleranza tra i musulmani e di coesistenza tra i musulmani e gli altri che era sconosciuto nel mondo cristiano. La diversità era legittima e generalmente accettata. Le diverse scuole giuridiche coesistevano, spesso con divergenze significative. Emersero anche alcune differenze settarie che talvolta portarono a conflitti ma, paragonate alle feroci guerre e alle persecuzioni dell’era cristiana, erano praticamente trascurabili. Certi eventi normali nell’Europa medievale – come i massacri e le espulsioni degli ebrei – erano praticamente sconosciuti nel mondo musulmano. Almeno fino ai tempi moderni.
Talvolta comparirono alcune versioni più radicali e più violente dell’Islam, ma il loro impatto era molto limitato. Esse non hanno avuto importanza fino a poco tempo fa quando, a causa di tutta una serie di circostanze, tali adattamenti degli insegnamenti islamici ottennero un seguito di massa sia tra i governi che tra la gente. I musulmani hanno sempre avuto un forte senso della loro identità e della storia. Grazie alla comunicazione moderna sono diventati dolorosamente consapevoli delle loro condizioni attuali. Alcuni parlano di sconfitta, altri di fallimento. Ma è quest’ultimo che offre la migliore speranza per il cambiamento. Per il momento, però, non sembrano esserci molte prospettive di un Islam moderato nel mondo musulmano. In parte la ragione è che, nell’ambiente prevalente, esprimere idee moderate può essere pericoloso e persino essere minacciati di morte.
I gruppi radicali come al Qaeda e i talebani, gli stessi che un tempo sarebbero stati fortemente minoritari e marginali, hanno ottenuto una posizione di potere e sono stati persino dominanti. Per i musulmani che li seguono, però, le radici sono proprio lì, tra la teoria e la pratica della loro fede e nella loro breve storia sacra. (Fine della Seconda Puntata. Continua…)
Bernard Lewis è professore emerito alla Princeton University, è autore di "From Babel to Dragomans: Interpreting the Middle East" (Oxford University Press, 2004).
Tratto da Wall Street Journal
Traduzione di Fabrizia B. Maggi