Fini ipoteca la tregua col Cav. nella “tana” di Santoro

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Fini ipoteca la tregua col Cav. nella “tana” di Santoro

08 Ottobre 2010

Tregua armata. Nonostante i segnali distensivi che nelle ultime ore incrociavano la rotta tra Montecitorio e Palazzo Chigi, quella tra Gianfranco Fini e Silvio Berlusconi assomiglia a una ‘guerra di nervi’. E ieri se n’è avuta la dimostrazione plastica nel botta e risposta a distanza tra il leader di Futuro e Libertà e quello del Pdl su due temi strategici: giustizia (processo breve, intercettazioni) e legge elettorale.

Sulla carta entrambi vogliono la stessa cosa: mandare avanti la legislatura e tutelare il premier dall’azione di certi pm. Ma è sul come che le posizioni restano distanti. La mossa di Fini che va nella ‘tana’ del lupo-Santoro e fissa i suoi paletti non è piaciuta affatto al premier che non ha perso tempo a replicare. E se in politica anche la forma è sostanza, la presenza del presidente della Camera ad Annozero, la ‘tribuna’ mediatica dove ogni giovedì va in scena il ‘processo’ al Cav. è un chiaro segnale di sfida che oltretutto segue di ventiquattrore la conferenza stampa del premier a Palazzo Chigi sui Cdm programmatici.

Pur confermando che la legislatura deve andare avanti dice che in caso di crisi di governo, l’unica bussola sono la Costituzione e le decisioni del Presidente della Repubblica. E non si muove di un millimetro dalla linea ‘oltranzista’ che i futuristi ormai brandiscono come vessillo ideologico su questioni delicate quali la giustizia, il federalismo e da qualche settimana, la legge elettorale. Per non parlare dei rapporti tra il suo partito e il Pdl. Su quest’ultimo versante Fini auto-legittima in diretta tv Fli come “la terza gamba” della maggioranza. E siccome “di fatto si è costituita, non sarà sufficiente presentare proposte ma sarà necessario concordarle”, sentenzia. In sostanza, la pretesa è quella di rimettere in discussione secondo la visione futurista i cinque punti programmatici sui quali il Cav. sta accelerando dopo l’ok ottenuto alla Camera e al Senato.

Come? Sui singoli provvedimenti che arriveranno in Parlamento. “Non credo si voterà a marzo, Berlusconi dice di avere le chiavi per interpretare Bossi e vediamo se con queste chiavi aprirà le porte perché la legislatura vada avanti. Ora Berlusconi ha il dovere di dimostrare di voler governare” è la sfida di Fini che di fatto sembra orientata ad aprire un confronto interno e permanente nella maggioranza. L’ex leader di An dice sì al Lodo Alfano costituzionale “perché non è lesivo della Costituzione né degli interessi dei cittadini”, ma un istante dopo sposta in avanti l’asticella con tutti i ‘ma’ sul processo breve “perché cancellerebbero i processi e negherebbero la giustizia a tante vittime”, e in particolare  – è il ragionamento del presidente della Camera – occorre portare rispetto alla magistratura. Il punto dello scontro resta sempre lo stesso: la retroattività dei procedimenti. La replica del Cav. non si fa attendere.

In collegamento telefonico con la festa del Pdl a Busto Arsizio, Berlusconi mette i puntini sulle ‘ì’: “Portiamo avanti l’idea di un processo in tempi certi: l’hanno chiamato subito ‘processo breve’ anche se dura sei anni e mezzo e anche qui, però, serve una riforma: dobbiamo assolutamente intervenire, così come dobbiamo intervenire sulle intercettazioni”. Un segnale inequivocabile per dire a Fini che non intende farsi cuocere a fuoco lento. Tuttavia lascia la porta aperta ai finiani, specialmente a quegli esponenti ‘moderati’ coi quali è convinto che si possa intavolare una mediazione costruttiva. E’ anche per questo che secondo i rumors di Palazzo, il premier avrebbe dato la propria disponibilità a affidare la poltrona di Viespoli dimessosi da sottosegretario, ad un uomo di area finiana.

Delle dimissioni da presidente della Camera, invece, Fini non ne vuol sentire parlare e lo dice chiaro conversando con Santoro: “Il presidente della Camera non può essere il capo di un partito, e infatti io non sono capo di Fli, ma politici come Spadolini hanno svolto attività politica e non c’è nulla di male se lo faccio anche io”. Poi il passaggio, scontato nella tribuna santorian-travagliesca sul conflitto di interessi: Fini lo considera “un problema vero, ma non di oggi” e osserva che “in altre democrazie ci sono leggi più stringenti” anche se neppure la sinistra è stata capace di approvare provvedimenti più stringenti.

L’ex leader di An ha pure la soluzione per la Rai che – ripete – va privatizzata. E annuncia che si questo i futuristi presenteranno una proposta in Parlamento. Chiaro che tra gli obiettivi dell’iniziativa non mancherà quello di mettere nel mirino il dg Masi e il direttore del Tg1 Minzolini, contro i quali Bocchino ha scatenato il fuoco di fila dei suoi uomini. Tranchant il giudizio di Storace sull’annuncio di Fini: “’Fuori i partiti, anche i cognati, gelo nel Pdl. Il ministro Romani è lapidario: “La privatizzazione è già  prevista dalla legge Gasparri”, e lo stesso Gasparri chiosa: “Le norme ci sono, occorre la volontà politica di venderla”. Ma c’è un altro capitolo che Fini apre e sul quale il dibattito politico si è fatto incandescente, anche perché nelle file della maggioranza viene letto come ‘grimaldello’ per agevolare prove tecniche di ribaltone che chiamerebbero direttamente in causa l’asse Bersani-Casini-Fini: la legge elettorale.

Per il presidente della Camera è “un elemento di discussione”. A ben guardare è proprio qui che potrebbe giocarsi quella che molti nelle file della maggioranza considerano la ‘partita parallela’, ovvero le prove tecniche di ribaltone se si considera che sulla strada dalle riforma si sono già incamminati Bersani e Casini. Aspettando Fini, che segue in scia.