Le difficoltà del Mezzogiorno e la cura delle Popolari

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Le difficoltà del Mezzogiorno e la cura delle Popolari

04 Novembre 2010

Lo scorso 12 ottobre è stato pubblicato il nuovo numero relativo al terzo trimestre 2010 di “Congiuntura Mezzogiorno”, rapporto sulle regioni meridionali elaborato dall’ISAE insieme ad altri istituti di ricerca. Dall’esame dei dati riportati nel lavoro, emerge come la ripresa del clima di fiducia nei confronti dell’economia non sia territorialmente omogenea, con gli operatori delle regioni meridionali, famiglie ed imprese, che continuano ad evidenziare un certo grado di scetticismo e di pessimismo circa le aspettative future per i prossimi mesi.

Una tendenza, questa, che sembrerebbe essere confermata anche dalle più recenti inchieste diffuse sempre dall’ISAE alla fine del mese precedente, dalle quali si evidenzia, contrariamente a quanto riscontrabile mediamente a livello nazionale, un calo della fiducia nelle regioni meridionali per quanto riguarda le imprese manifatturiere e dei servizi e, dal lato dei consumatori, delle famiglie.

Il peggioramento del clima di fiducia nel meridione del Paese interessa tutte le regioni, risultando particolarmente gravoso in Molise, Basilicata e Calabria. Unica eccezione è quella riscontrabile nel settore delle costruzioni, che dopo avere vissuto diversi mesi di profonda crisi, inizia solo ora, anche nel Mezzogiorno, a sviluppare, nuovamente, una dinamica positiva di crescita.

Il contesto economico del Sud Italia continua, comunque, ad essere estremamente difficile e costellato di numerose cicatrici che ne limitano drammaticamente le potenzialità di sviluppo e di espansione.

Tuttavia, queste difficoltà non hanno impedito nel corso degli anni alle Banche Popolari di essere ben radicate nel Mezzogiorno del Paese e di fornire un contributo essenziale a volte alla sopravvivenza e altre volte al sostegno e al rilancio di numerose realtà produttive locali che, in assenza di una vera banca del territorio, non avrebbero potuto continuare ad operare e a svilupparsi.

Infatti, in poco più di dieci anni le Banche Popolari hanno intensificato la loro presenza nell’area, passando da una quota di sportelli del 16% nel 1996 al 33% nel 2009, per un numero complessivo di dipendenze riconducibili alla Categoria pari a 2.366. L’espansione del Credito Popolare nelle regioni meridionali è avvenuto mediante due direttrici: la prima basata sull’apertura diretta da parte della banca di una nuova dipendenza nell’area, scelta generalmente eseguita privilegiando le aree caratterizzate da PMI e lontane dai centri urbani; la seconda, adottata maggiormente, condotta mediante l’acquisizione di realtà bancarie locali, generalmente in situazioni di difficoltà, delle quali si è, successivamente, mantenuto il marchio e l’indipendenza operativa, creando, in questo modo, dei gruppi bancari di tipo federativo in cui ciascuna singola banca ha potuto continuare a svolgere il suo ruolo di sostegno del proprio territorio di riferimento, all’interno di una struttura che ha permesso anche una riduzione dei costi mediante economie di scala.

I numeri confermano questa tendenza. Grazie a questa politica di tipo federativo, al contrario di quanto è accaduto per le altre realtà che hanno seguito strategie di omologazione e di cancellazione delle identità locali, oggi le dipendenze del Credito Popolare nel meridione appartengono per quasi l’84% a banche che hanno la propria sede in tali regioni, per un totale di 24 banche e 2.000 sportelli mediante i quali la Categoria serve oltre 3 milioni di clienti e rappresenta circa 150 mila soci.

A queste si aggiungono, poi, le Banche Popolari cresciute nelle diverse realtà locali dell’economia meridionale, che fin dalla loro fondazione hanno continuato a svolgere la loro opera in tali aree, conservando con grandi sacrifici la propria individualità.

Tutti i principali indicatori di prossimità, patrimoniali e reddituali indicano come l’espansione della presenza delle Banche Popolari nel Sud Italia si sia accompagnata ad un maggiore localismo, salvaguardando ed incrementando quantità e qualità delle proprie relazioni con il territorio e le comunità locali servite, in particolare famiglie e PMI.

Una tendenza, questa, confermata anche dai dati più aggiornati della Categoria e relativi allo scorso mese di settembre, con una crescita degli impieghi che continua ad essere sostenuta (6,6%) e un flusso costante di nuovi crediti a PMI che nei primi 9 mesi del 2010 hanno raggiunto la considerevole cifra di 4 miliardi di euro.

Questi risultati sottolineano ancora una volta l’importanza per il nostro tessuto produttivo di una Categoria di Banche ispirate ai valori del territorio e guidate da strategie di crescita paziente e mirata e alla diffusione ed al potenziamento di un modello sin qui vincente che da sempre pone il cliente al centro della propria operatività.

 

* Segretario Generale, Associazione Nazionale fra le Banche Popolari