Con la battuta del Cav. sui gay anche in Italia è arrivato il vento dei Tea Party

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Con la battuta del Cav. sui gay anche in Italia è arrivato il vento dei Tea Party

05 Novembre 2010

Per il politically correct de noantri è gravissimo dire “gay, no io grazie” o “meglio le belle donne dei gay”. Aspettiamoci la solita puntata di Lerner col solito circolo di donnine imbellettate a concionare sul corpo della donna e a imprecare contro il Cav., diabolico inventore della velina che non apprezza i gay.

Le varie Marzano, Zanardo, Urbinati, con la Ventura, che si atteggia a Naomi Wolf e le manca solo di  travestirsi da femminista punk, sono la caricatura  della povera  Susan Sontag, ormai trapassata a miglior vita. Sempre in ritardo le donnine di Gad non si sono neppure accorte che tira il vento del Tea Party e la nuova star è Sarah Palin, il pitbull col rossetto, femmina tosta, grande cacciatrice di alci.  Sarah è anche madre di cinque figli, è contro l’aborto e contro i matrimoni gay. Per la democratica Camille Paglia ha fatto fare al femminismo il passo più importante dai tempi di Madonna e Marlene Dietrich, anzi è un concentrato di entrambe. Da noi, dove impera il culturame de sinistra sarebbe un’eresia, dire come Camille, che Madonna rappresenta la donna che ha compreso come il potere femminile risieda nella capacità di sedurre e di fare figli. Fa pena il povero Bocchino antiomofobico, uno, che come tutti i finiani, darebbero il braccio destro ( e forse anche altro) per un complimento di Repubblica.

Non si capisce perché sia sconveniente dire “meglio le belle donne dei gay”. Perché, di fronte a tante dimostrazioni di orgoglio gay e di outing, il Cav. non può affermare l’orgoglio etero e  confessare di amare le donne? Arriveremo al punto di censurare il bacio tra un uomo e una donna al cinema, in tv e in pubblico per non offendere i gay? Non esiste serial americano – a cominciare da Disperate Housewives a Sisters & Brothers –  dove belloccioni, per niente effeminati, si abbracciano, si baciano, si rotolano a letto avvinghiati in amplessi infuocati. Anzi, è la coppia gay a vivere la storia più romantica, con tanto di matrimonio americano sotto il consueto gazebo e poi smaniano per il bambino, mentre le donne abortiscono o non riescono ad avere figli, ricorrono alla provetta o all’adozione.

I Tea Party hanno avuto successo bipartisan anche perché sono contro questo modello sessuale e familiare. Il vento dei Tea Party è arrivato in Italia con la battuta del Cav. “gay, io no grazie”. Perché non dobbiamo rivendicare l’orgoglio e il piacere dell’orgasmo etero? Perché uomini e donne devono privarsi di un’esperienza, per la quale, secondo alcuni, si sono persi perfino il paradiso terrestre e senza la quale l’equilibrio psichico sarebbe seriamente minacciato, secondo i più valenti medici e psicologi? 
Le donne e gli uomini hanno sempre fatto di tutto per accoppiarsi. Da sempre si fanno belli, si profumano, si sottopongono perfino a torture per conquistarsi. Le donne più degli uomini ne hanno inventate di tutte da sempre per essere belle e si sono vestite ( o svestite ) in tutte le fogge per mostrare il corpo. Sotto questo aspetto, il Cav. non ha proprio inventato niente.

Quanto alle escort, le donne hanno sempre usato il sesso per fare soldi, quando non avevano altri mezzi a disposizione. Elisabetta Tulliani è tanto diversa da Moll Flanders? Tra la fine del XX secolo e l’inizio del XXI secolo, in  un’epoca dove le donne possono diventare rettori, magistrate, parlamentari, capi di Stato, imprenditrici, Elisabetta ha scelto di comportarsi come una Moll Flanders settecentesca, abbandonata dalla mamma. Seppure modesta, la sua famiglia ha visto però di buon occhio la bella figlia minorenne andare a letto con un uomo vecchio, mostruoso, ma ricco, come Gaucci. Eli ha scelto di usare l’unico organo che aveva a disposizione per fare soldi velocemente. Chissà se Gianfranco Fini ha mai letto Moll Flanders. Forse è meglio di no, data l’età, e la disinvoltura con cui Moll seppelliva un marito e ne sposava subito un altro.