L’Italia ha una grande occasione per rilanciare un turismo “strategico”

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L’Italia ha una grande occasione per rilanciare un turismo “strategico”

05 Novembre 2010

Ancora sul tetto del mondo. Ci sono arrivati Walter Bonatti e Achille Compagnoni in cima all’Everest. Poi il grande Reinhold Messner, in solitaria senza bombole. E per quattro volte l’Italia calcistica è arrivata più in alto di tutti. Per non parlare del mitico settebello di Rudic nella pallanuoto degli anni ’90 o della pallavolo di Lucchetta e company per otto volte sul podio più alto. Recentemente Federica Pellegrini nel nuoto. E tanti altri atleti che hanno onorato la maglia azzurra alzando sul podio più alto del mondo. Ora anche la politica.

Dopo aver mancato tante occasioni per avere il nostro posto al sole sulla scena internazionale, ora ci siamo riusciti. Vittoria Brambilla, ministro del turismo del nostro governo, è stata acclamata all’unanimità a capo della presidenza nel 2011 del consiglio esecutivo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), il braccio operativo delle Nazioni Unite al quale aderiscono 154 Paesi e oltre 400 organizzazioni.

Non capita troppe volte di vedere una personalità italiana, soprattutto in politica, ai vertici di organizzazioni internazionali e mondiali. Abbiamo perso parecchi treni sul fronte europeo, non ultimo la tornata degli ambasciatori europei nel mondo, che ci ha visto relegati ai paesi meno importanti dello scacchiere internazionale, quali l’Albania e l’Uganda, per quanto del tutto rispettabili, ma certamente non così determinanti come la Cina, andata alla Germania, o il Sudafrica andato alla piccola Olanda, o il sempre potente Giappone andato all’Austria. Per non parlare delle sedie che contano, come quelle della Banca Mondiale, del Fondo Monetario o dell’Organizzazione del Commercio, solo per citarne alcuni.

Non abbiamo mai occupato il posto a capo tavola. Ma finalmente un significativo apprezzamento è arrivato in questi giorni dalla bellezza dell’isola di Kish, zona franca della Repubblica dell’Iran, che si affaccia sul Golfo Persico, dove si sono radunati i membri dell’Organizzazione Mondiale del Turismo, per la loro annuale assemblea. Non possiamo non essere orgogliosi di questo riconoscimento. Il Bel Paese detiene la maggioranza del patrimonio storico artistico del mondo intero. Il settore turistico è l’unico che durante la crisi ha subito meno contraccolpi ed è stato il primo a riprendere la sua corsa. Mostrando una dinamicità e uno slancio di notevole importanza. Non dimentichiamo che in Italia il turismo produce il 10-12% del Pil e che l’Europa è la prima destinazione turistica del mondo.

"Sono estremamente soddisfatta – commenta il ministro del Turismo, Michela Vittoria Brambilla – per un risultato che premia l’attività del nostro governo, e in particolare la decisione di nominare un ministro del Turismo e di restituire a questo settore produttivo l’attenzione e il posto che merita, garantendo finalmente l’avvio di una politica nazionale del turismo. Nel mutato contesto internazionale del turismo globalizzato – prosegue il ministro – l’Italia deve non solo ricoprire il ruolo che le spetta sullo scenario internazionale ma deve anche confrontare conoscenze e best practices con i paesi che oggi determinano, a livello globale, l’andamento del mercato. I risultati della prima parte di quest’anno in termini di flussi internazionali ci dicono che il trend è quello giusto: i nostri flussi sono saliti del 5,3%, ben al di sopra della media europea".

Il turismo italiano merita davvero molto per quello che può offrire. Certamente non basterà una nomina per risolvere le arretratezze e lentezze del sistema-Italia, ma questo nuovo ruolo internazionale sicuramente può e deve essere uno stimolo, un motivo di orgoglio e di unità nazionale per metter mano ad una seria strategia e politica di questo settore.

La cerimonia di insediamento del ministro Brambilla quale presidente del consiglio esecutivo avverrà venerdì 12 novembre a Madrid, sede dell’Organizzazione mondiale del Turismo. Speriamo che questo sia l’inizio di una lunga serie di riconoscimenti della nostra politica e diplomazia, anche se la strada per conquistarli sarà lunga e insidiosa per l’agguerrita e competente concorrenza internazionale.