Thailandia. Camicie rosse e governo pronti a riconciliazione

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Thailandia. Camicie rosse e governo pronti a riconciliazione

21 Settembre 2010

Segnali di riconciliazione a Bangkok, dove il vice premier Sanan Kachornprasart ha oggi confermato che i leader delle Camicie rosse sono pronti a discutere su come arrivare a un accordo con il governo.

Sanan era stato indicato proprio dalle Camicie rosse quale possibile mediatore e le sue dichiarazioni seguono l’incontro di ieri in carcere con diversi leader del movimento ritenuto vicino all’ex premier Thaksin Shinawatra, incluso Natthawut Saikua. I dettagli dell’incontro non sono stati divulgati, ma Sanan ha detto di essere "pronto a mediare e che tutte le parti devono essere coinvolte, incluso il Peoplès Alliance for Democracy".

Il Pad è un gruppo pro-monarchico e conservatore vicino al governo del premier Abhisit Vejjajiva. Questi elementi, secondo gli esperti, hanno fatto sì che fino ad ora gli esponenti del Pad non abbiano subìto processi legali nonostante le dimostrazioni portate avanti tra il 2005 e il 2007 contro Thaksin e i suoi affiliati siano costati la vita a diverse persone e abbiano provocato forti danni al Paese. Il coinvolgimento di Sanan segue altri segnali positivi.

Le Camicie rosse, per esempio, sono scese in piazza lo scorso fine settimana in occasione del quarto anniversario del colpo di Stato contro Thaksin. Come avevano promesso al governo, che ha concesso il permesso di manifestare nonostante lo stato d’emergenza a Bangkok, le Camicie rosse non hanno occupato alcuna zona della città, non hanno proseguito la protesta oltre i limiti autorizzati o provocato danni. Tale atteggiamento è stato apprezzato pubblicamente da esponenti del governo.

Anche il partito d’opposizione del Pheu Thai Party e lo stesso Thaksin si sono detti pronti a trovare compromessi per arrivare a una riconciliazione nazionale. In un comunicato emesso il 2 settembre il Pheu Thai Party, partito pro-Thaksin, ha proposto una lista con cinque punti basata sul "perdono reciproco e il rifiuto della violenza come mezzo politico". Tale posizione rappresenta un passo in avanti rispetto all’intransigenza dimostrata in precedenza e la richiesta di dimissioni di Abhisit.

Sulla stessa lunghezza d’onda e a dimostrazione di un possibile sforzo comune, in un’intervista con il quotidiano locale Thai Rath Thaksin ha invitato tutte le parti a lavorare per la riconciliazione sulle basi del "perdono reciproco". Secondo quanto emerge dai circoli politici di Bangkok, le discussioni sulla riconciliazione sono comunque arenate sulla questione del "perdono" e dell’immunità che il fronte pro-Thaksin chiede. L’ex premier è stato condannato a due anni di carcere in contumacia per abuso di potere. Come lui, circa 200 tra politici di entrambi gli schieramenti e membri del Pad e delle Camicie rosse sono stati condannati o sono accusati di crimini e in attesa di giudizio.