Newsweek contro iPad

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Newsweek contro iPad

02 Febbraio 2010

La presentazione del nuovo iPad di giovedì scorso a San Francisco, ha suscitato subito grandi entusiasmi. Eppure, c’è chi sostiene che i clienti Apple stiano “perdendo la bussola”.

C’è chi si aspetta grandi rivoluzioni innescate dal tablet. Connettersi a internet ovunque e con prestazioni migliori dell’iPhone, sfogliare il giornale più comodamente potendo salvare gli articoli e consultarli off-line, leggere e-books su uno schermo che simula l’opacità della pagina di carta, sono solo alcuni dei vantaggi offerti da iPad. Grandi innovazioni, insomma. Come se non bastasse, dal sito “theregister.co.uk”, trapela che Apple stia già lavorando ad una nuova versione “iPad mini”. Ma niente di ufficiale ancora.

Non tutti però sembrano essere d’accordo sulla portata rivoluzionaria del prodotto Apple. Fra questi Daniel Lyons, autore del blog “The Secret Diary of Steve Jobs” (Il diario segreto di Steve Jobs), parodia delle trovate Apple.

Dalle pagine del Newsweek lo scrittore americano manifesta la sua delusione. “Dalla Apple ci saremmo aspettati qualcosa di più, qualcosa mai visto prima. Non è questo il caso”. Termini come “svolta” e “magico”, usati da Jobs alla presentazione dell’iPad, sono quanto mai inappropriati, secondo Lyon.

Il famoso blogger americano, che fino al 2008 scriveva sotto lo pseudonimo “Fake Steve Jobs” (Il Finto Steve Jobs), sostiene che gli appassionati di tecnologia siano un po’ troppo entusiasti. La loro smania di maneggiare strumenti sempre più innovativi, luccicanti e funzionali, sta diventando una religione. Un oggetto che consente di scrivere, telefonare, ascoltare musica ed orientarsi nel traffico metropolitano, sta diventando più un totem da adorare che non una semplificazione dei ritmi e delle abitudini quotidiane. Lyon la chiama “tecnologia intrisa di vodoo”.

Secondo l’opinionista la tecnologia ci dà l’illusione del controllo, un senso di ordine. Nell’era di “scompiglio” e di sempre più veloci cambiamenti in cui viviamo, ci sentiamo deboli. Perciò la tecnologia ci restituisce quella sicurezza che non riusciamo ad acquisire dal mondo.  “Possiamo non credere più in Dio, ma abbiamo ancora bisogno di mistero e desiderio. Abbiamo bisogno di una atto magico” continua Lyon. A fare eco alle critiche, David Carr del New York Times che sostiene: “una riedizione dell’iPhone, la cosiddetta Jesus tablet che può non può fare nulla, nemmeno salvare l’editoria dalla rovina”.

Ma il Guardian la pensa diversamente. Secondo il quotidiano inglese la rivoluzione, almeno potenziale, c’è eccome. E non sta tanto nell’invenzione tecnologica (che di fatto non è troppo diversa dall’iPhone), quanto più in quella economica. Il sistema del micro pagamento adottato da Apple, che permette agli utenti di acquistare notizie on-line, scaricare musica e applicazioni con varie funzionalità infatti, potrebbe mettere le compagnie nelle condizioni di cambiare l’atteggiamento dei consumatori.

Su questo “Fake Jobs” e Guardian sembrano essere piuttosto d’accordo: l’iPad ci parlerà molto più di noi stessi che della casa produttrice che l’ha progettato e messo in commercio.