Abu Mazen mette Israele davanti a una scelta: la pace o gli insediamenti

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Abu Mazen mette Israele davanti a una scelta: la pace o gli insediamenti

27 Settembre 2010

Oltre a una moderata approvazione israeliana del discorso di Obama e a una più convinta adesione palestinese, nulla sul fronte dell’estensione della moratoria sugli insediamenti in Cisgiordania. Il discorso del presidente Usa all’assemblea generale dell’Onu sembrava aver creato una breccia nello stallo in cui è finito il delicato processo di pace in Medioriente. Un’altra fase “delicata” come ce ne sono state da sessant’anni a questa parte, per dirla con Barack Obama, eppure proprio lo scarso clamore sotto cui si stavano compiendo i colloqui pareva una garanzia di successo.

Ma poi è arrivata la doccia fredda. Stanotte la moratoria sulla costruzione di nuovi insediamenti è scaduta, e per adesso non ci sono notizie su una sua eventuale proroga. Dopo l’assemblea dell’Onu, voci ufficiose riportano l’impegno di Obama e del Dipartimento di Stato per raggiungere, invece, un contenimento delle costruzioni. Non un blocco totale, dunque, né tanto meno un arretramento, come Abu Mazen si aspettava. Il problema è che Netanyahu sulla questione rischia di spaccare la sua maggioranza e il governo.

Dopo aver respinto le dure critiche pervenutegli da Hamas, che lo accusava di aver tradito la causa del suo popolo, Abu Mazen ha seccamente respinto l’ipotesi di un compromesso che, secondo i palestinesi, finirebbe per favorire Israele. Abu Mazen ha anche accusato Netanyahu di fare melina senza impegnarsi davvero nelle trattative, visto che nei suoi ultimi discorsi il premier israeliano ha riportato in auge la questione del riconoscimento reciproco, che in realtà è già avvenuto nello storico incontro tra Rabin e Arafat del ’93. Anche il leader palestinese però non sembra avere assi da giocare e si è rimesso a una decisione della Lega Araba, che dovrebbe riunirsi in settimana.

Dall’Anp si aspettano risposte più concrete, ed è per questo che il Quartetto per la pace in Medioriente (Ue, Onu, Russia e Usa) sta lavorando in modo frenetico con le autorità palestinesi e gli altri attori mediorientali. Il presidente Sarkozy, ieri invitava Israele a trovare delle soluzioni, "se non il processo di pace non servirà a niente". Netanyahu ha esortato alla moderazione i coloni, ma nello scorso pomeriggio in alcuni insediamenti ci sono state delle cerimonie con la posa delle prime pietre di nuove case. Secondo il Re di Giordania, se la politica di espansione degli insediamenti continuerà Israele e il Medio Oriente potrebbero conoscere un’altra guerra.