Ragazzo muore suicida in carcere a Bari, aperta indagine per istigazione al suicidio
08 Aprile 2011
Si è impiccato nella sua cella di isolamento nel carcere di Bari Carlo Saturno, 22enne di Manduria (Ta). Trasportato al policlinico di Bari per tentare di rianimarlo, il ragazzo è deceduto poco dopo. Carlo era testimone in un processo, in corso a Lecce, a carico di 9 agenti di polizia penitenziaria dell’istituto minorile, accusati di presunte violenze avvenute nel 2006. Nel corso delle indagini è emerso un pestaggio che il giovane, detenuto per furto, avrebbe subito il giorno prima di impiccarsi da parte delle guardie carcerarie durante un tentativo di ribellione da lui messo in atto quando aveva saputo di dover cambiare padiglione. Intanto è stato aperto un secondo fascicolo da parte della procura di Bari per "istigazione al suicidio".
La sorella del ragazzo è convinta che in carcere lo picchiassero e che lo abbiano “fatto fuori” prima che potesse parlare e raccontare cosa succedeva in quel posto e l’ipotesi del suicido per impiccagione non la convince per nulla. Anzi, pensa che quel gesto sia stato fatto dal ragazzo perché costretto dalle guardie. Ovviamente le parole e le convinzioni dei familiari sono dettate dal forte dolore dovuto alla perdita del loro caro ed è per questo che la procura di Bari ha aperto un fascicolo, ipotizzando l’istigazione al suicidio contro ignoti.
Intanto da diverse testimonianze è emerso come Carlo, qualche settimana fa, avesse già tentato il suicidio provando a tagliarsi le vene. Ed è proprio perché aveva già tentato il suicidio che il ragazzo era sotto un regime particolare di sorveglianza, seguito 24 ore su 24. Quindi ci si chiede: per quale motivo nessuno si è accorto della sua impiccagione in cella?
In attesa che venga fatta chiarezza sulla morte di Carlo Saturno, ancora una volta, il sistema carcerario italiano è sotto accusa. Sono ancora vive le immagini del volto tumefatto di Stefano Cucchi, il ragazzo romano morto sei giorni dopo il suo arresto, “pestato” in carcere dalle guardie carcerarie. E se quella di Cucchi è la vicenda più eclatante, ce ne sono tante altre di simili, che regalano al “carcere italiano” un triste primato: la più alta incidenza di morti e specialmente di suicidi. Il carcere non deve essere un luogo dove un ragazzo entra da vivo per poi uscirne da morto.