Una sconfitta salutare, se sarà il punto di partenza per una stagione di riforme
31 Maggio 2011
di F. C.
Certo non si può fare come gli struzzi e nascondere la testa nella sabbia. Il risultato dei ballottaggi va affrontato, a testa alta e con lungimiranza. Perché a guardare bene tra una percentuale e l’altra, c’è tanto da capire e da valutare. E soprattutto c’è il futuro del Centrodestra: la direzione che dovrà prendere e quella che dovrà abbandonare; le scelte che dovrà compiere; gli errori che non dovrà ripetere. Un voto chiarificatore, che potrà avere lo straordinario effetto di rimettere le cose al loro posto, all’interno e all’esterno del partito.
Qualche errore nella campagna elettorale è stato fatto, così come qualche svista nella scelta dei candidati. Si è dialogato poco nella fase preparatoria, non solo tra i vertici nazionali e i rappresentanti locali, ma anche tra questi ultimi e la base. Ma ora che tutti i nodi sono venuti al pettine non si deve far altro che sciogliere la matassa. E ripartire.
Al ballottaggio si poteva sperare in qualcosa di più, forse in un pareggio. Un più equo due a due, ma ormai è inutile recriminare. Lanciano, Vasto e Francavilla al mare saranno governate dal Centrosinistra, questo è il risultato e come tale va rispettato. Ma tanto quanto questo dato, anche quello, sorprendente, di Roseto, va messo nel giusto risalto.
E non solo perché Roseto è stata fino a ieri una storica roccaforte del centrosinistra (37 anni di governo), ma soprattutto perché il testa a testa del primo turno si è trasformato in una voragine di otto punti percentuali a vantaggio del neosindaco del Pdl, Enio Pavone. Vittorie e sconfitte insegnano soprattutto una cosa, che il nemico vero non sta fuori dalle coalizioni ma al loro interno ed è rappresentato dai personalismi, dagli egoismi, dai “braccio di ferro” interni: inutili e dannosi. La politica non si fa tra quattro mura, ma alla luce del sole.
Bisogna uscire dalle cosiddette “stanze dei bottoni” e scendere nelle piazze, girare per le strade, bussare alle porte. Bisogna intercettare l’umore dell’elettorato. Facciamo tesoro anche noi in Abruzzo del monito lanciato dal vicepresidente dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello: primarie per scegliere e selezionare i candidati locali. Che come dire: maggiore rappresentatività degli stessi e coinvolgimento della base. Ciò che è mancato in questa tornata elettorale.
Per il resto, queste sono le regole del gioco e vanno accettate. Siamo in democrazia. E in democrazia si vince e si perde. E le sconfitte possono rappresentare un momento prezioso, se affrontate con intelligenza e costruttività. Perché rappresentano il momento della riflessione e dell’analisi, quindi del rinnovamento e della crescita.
Non saper cogliere questa opportunità, questa sì che sarebbe una sconfitta. Il valore del voto, mai come in questo momento, travalica i confini locali, per essere lo specchio di un malcontento generale, che in qualche modo accomuna la cultura liberale.
Ecco, ciò che è mancato, soprattutto nell’ultima fase, sono state le riforme, di cui ogni singola regione e l’Italia in generale, hanno urgente bisogno. E di questo si può far carico solo il Centrodestra. Perché ha la giusta cultura politica, la giusta sensibilità, la giusta visione. Con un’attenzione maggiore però al dialogo: Non basta infatti fare le riforme se poi non ci si cura di farle comprendere ed apprezzare dalla gente.
Il Centrosinistra si goda pure questa “vittoria”. Che comunque resta una vittoria a metà. Non solo perché è arrivata non tanto per meriti propri, quanto per demeriti dell’avversario. Ma soprattutto perché si troverà a governare senza squadra. A tutto infatti somiglia il Centrosinistra tranne che a ciò che dovrebbe essere e cioè una coalizione di governo. Perché è stato alto il prezzo che ha dovuto pagare alle ali più estreme, che sono sempre state la spina nel fianco del Pd. Lanciano è un esempio lampante: il sindaco Mario Pupillo sembra già in minoranza. E c’è già chi è pronto a scommettere nel comune teatino presto si tornerà alle urne.