Strage in Marocco: 18 morti. L’ombra di al-Qaeda dietro l’esplosione
28 Aprile 2011
Corpi a brandelli sparsi sulla piazza principale di Marrakesh. I resti di almeno 18 persone che ieri sono morte a seguito di una forte esplosione avvenuta al caffè ‘Argana’. Un tragico bilancio che parla anche di 20 feriti. Le vittime sono per lo più turisti stranieri (almeno otto francesi e dei cittadini britannici) e impiegati del bar che si affaccia su piazza Djemaa el Fna, la più frequentata della città marocchina.
Il ministro dell’Interno e quello delle Comunicazioni di Rabat sospettano il coinvolgimento di al-Qaeda nell’attentato terroristico. Quest’ultimo ha chiarito che le autorità hanno in un primo momento lavorato all’ipotesi dell’incidente "ma i primi risultati delle indagini hanno confermato che abbiamo a che fare con un vero atto criminale". Una fonte della polizia ha spiegato che nel caffè sono esplose contemporaneamente quattro bombole di gas che hanno distrutto tutto il primo piano del locale dal quale di solito i clienti si affacciano sulla celebre piazza.
Le forze dell’ordine non hanno fatto alcun riferimento a militanti islamici ma una delle piste seguite è quella di un attacco kamikaze. Ad avvalorare la tesi dell’attentato terroristico è stata la testimonianza di un operatore dell’ospedale Ibn Tafil Fardiy, che ha riferito di aver trovato "chiodi e pezzi di ferro nei corpi delle vittime".
La Farnesina informa che il vice console onorario italiano a Marrakesh ha già visitato l’edificio sventrato dall’esplosione e si è recato all’ospedale dove sono state trasportate le vittime e i feriti. Per il momento è stato escluso il coinvolgimento di italiani nella tragedia.
Il ministro degli Esteri italiano Franco Frattini, dopo aver espresso il cordoglio per le vittime della strage e la sua vicinanza alle loro famiglie, ha detto che "siamo di fronte a un ulteriore pesante prezzo di sangue che persone innocenti hanno dovuto pagare al terrorismo internazionale. Il barbaro assassinio di oggi deve spingere la comunità internazionale a mantenere alta la guardia e rafforzare ad ogni livello la cooperazione internazionale degli organi di polizia e di intelligence".
L’attacco terroristico è stato condannato con forza dal segretario di Stato americano Hillary Clinton e dall’Onu. "Gli atti di terrorismo non possono essere tollerati ovunque accadano", ha detto la Clinton, offrendo al Marocco l’aiuto americano nelle indagini per scoprire gli autori del "vile attacco". Il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon si è detto "sgomento" dall’attentato. "Nessun obiettivo politico può giustificare simili atti odiosi", ha aggiunto. Il Consiglio di Sicurezza dell’Onu ha condannato l’attacco e "ribadito che il terrorismo in tutte le sue forme costituisce una delle più serie minacce alla pace e alla sicurezza internazionale".