Con l’intervento a “gamba tesa” di Emiliano il Bari rischia di fallire
05 Maggio 2011
L’Associazione Sportiva Bari, com’è noto, sta mestamente scivolando in serie B dopo uno dei peggiori campionati della propria storia. Una squadra che soltanto l’anno scorso aveva meravigliato l’Italia con un calcio spumeggiante e brillante e con la coppia di difensori più forte d’Europa (Ranocchia, oggi Inter, e Bonucci, oggi Juventus, entrambi in Nazionale), ha raccolto la miseria di 21 punti in tutto il campionato. La squadra, da tempo, è in vendita, ma mai nessun serio acquirente si è presentato alla corte del Presidente Matarrese, indiscusso dominus dalla metà degli anni ’70.
Quest’anno, si presenta una cordata di imprenditori locali e avvia una trattativa che va avanti da circa un mese. Proprio al momento culminante della trattativa, s’inserisce il Comune di Bari con un intervento “a gamba tesa” che ha davvero dell’incredibile. La società è debitrice nei confronti del Comune di circa due milioni di euro di fitti non pagati per l’utilizzo dello stadio San Nicola. E’ anche vero, però, che su quello stadio la stessa società ha effettuato lavori straordinari di manutenzione ed adeguamento alla normativa nazionale sulla sicurezza che, normalmente, sarebbero spettati al Comune proprietario. Tali lavori sono stati quantificati in circa 1,2 milioni di euro. A quel punto l’accordo avrebbe dovuto essere semplice. Invece il Comune insiste per azionare l’intero credito, esegue il pignoramento che si rivela in gran parte negativo (non potendo andare a pignorare i polpacci dei calciatori).
Si arriva così a venerdì scorso. Viene convocata una riunione “decisiva” tra la proprietà della società e la cordata di imprenditori baresi. Tra costoro c’è anche Vito De Gennaro, grande elettore del Sindaco e padre di Annabella De Gennaro, assessore della Giunta Emiliano. De Gennaro interrompe la riunione e sbatte la porta, dicendosi non più interessato all’affare proposto dai Matarrese. In realtà è noto come l’imprenditore barese volesse acquistare il Bari libero dai pesi della precedente gestione, come se fosse una normale industria manifatturiera che si fa passare da liquidazioni o altro, scordandosi delle peculiarità di una società sportiva, tra cui il titolo sportivo, la gestione dei contratti dei calciatori ed altre cosucce del genere. D’altra parte, nei pressi dello stadio San Nicola, è previsto un importante sviluppo urbanistico della città di Bari ed è probabile che gli imprenditori locali siano più interessati a tale sviluppo che al futuro del calcio in città.
In ogni caso, in pari data, viene approvata dalla Giunta comunale la ormai celebre delibera che, a seguito del pignoramento negativo di cui sopra, autorizza l’amministrazione a presentare istanza di fallimento presso il Tribunale di Bari. Tra gli assessori presenti c’è addirittura Annabella De Gennaro. Il Sindaco, il lunedì successivo, smentisce tutto. Dopo una serie di versioni contraddittorie, la tesi finale è quella che la delibera è stata approvata “fuori sacco”, ovvero senza essere stata inserita all’ordine del giorno e senza neppure essere stata discussa. L’assessore De Gennaro dichiara, da parte sua, che se avesse avuto contezza del contenuto di quella delibera si sarebbe allontanata al momento della votazione, come fa regolarmente ogni volta si tratta di discutere questioni che abbiano a che fare con gli interessi di famiglia.
Bene che vada, la Giunta del Comune di Bari ha fatto la figura dei dilettanti allo sbaraglio, per la quale è stata giustamente premiata con un bel provolone dagli inviati di Striscia la Notizia, Fabio e Mingo. Ma la storia non finisce qui. Sin da subito le dichiarazioni del responsabile dell’avvocatura e dell’assessore al contenzioso non sono improntate alla contrizione, anzi.
Il Sindaco di Bari, forte dei commenti sulla propria pagina di facebook di tifosi arrabbiati e delusi (“meglio l’eccellenza di questa presidenza” e slogan del genere), fa un populistico dietrofront e dichiara che, anche se l’approvazione di venerdì scorso è stato un errore, la minaccia di far fallire il Bari resta tutta, e non è detto che la medesima delibera non venga ripresentata in una delle prossime sedute. Intanto ha ottenuto l’effetto di allarmare i creditori dell’AS Bari, ha fatto fallire una trattativa avviata, ha creato un evidente danno alla compagine societaria.
Se ora i giocatori dovessero mettere in mora la società per gli stipendi arretrati, probabilmente il dissesto sarebbe inevitabile. La cordata, qualora si dovesse riformare, potrebbe rilevare il Bari a un prezzo molto inferiore. Se invece la società dovesse fallire, la potrebbe rilevare da un’asta fallimentare, senza titolo sportivo e senza giocatori. Ma a quel punto si farebbe prima a rivendere le poche attrezzature rimaste e a ripartire da zero. E alla fine Emiliano verrà ricordato come il sindaco che ha cancellato il calcio da Bari.