Caro De Magistris, sui rifiuti è troppo facile dare la colpa agli altri
21 Giugno 2011
Quasi ci dispiace per il povero sindaco De Magistris. Negli ultimi giorni sta scoprendo cos’è la guerra dei rifiuti a Napoli: i sabotatori vengono a gettarti in faccia la munezza, i dipendenti pubblici si lamentano, i sindaci del circondario fanno orecchie da mercante, le discariche che dovrebbero restare aperte invece chiudono improvvisamente, l’estate sta arrivando insieme alla puzza e al tormento.
Quasi fa tenerezza, il nuovo inquilino di Palazzo San Giacomo, mentre pieno di ideali e ancora percorso dal brivido del cambiamento, raggiunge la tribuna amica dell’Infedele, per promettere che la differenziata partirà presto, che le cose si risolveranno con la rivoluzione verde, anche se forse, anche lui, così integro e casto, in cuor suo comincia a pensare che sarebbe più utile avere a Napoli un’altro inceneritore più che la teppa anti-discariche fatta di noglobal, luddisti, ultras e qualche camorrista.
Insomma ci dispiace che non sia andata come sognava, perché per un attimo, presi dalla retorica, quasi ci avevamo creduto che a Napoli sarebbe cambiato qualcosa dopo la lunga agonia del centrosinistra. Ma non la questione dei rifiuti non si risolve così facilmente. E se De Magistris ce lo permette, sbaglia di grosso a rilasciare dichiarazioni come questa: "Avevamo trovato una soluzione grazie a un accordo fra Prefettura, Regione, Provincia e Comune. Avrebbe consentito di liberare Napoli dai rifiuti in 5 giorni, prevedendo anche la realizzazione di un sito di trasferenza nella stessa città. Questa soluzione purtroppo sta naufragando e non per responsabilità del Comune di Napoli. L’accordo c’era. Poi nessuno può mettere in preventivo che arrivino atti illegittimi da parte delle istituzioni".
Colpa del sindaco di Caivano, quindi, che ha chiuso la discarica. Colpa della provincia, che gli ha dato ragione aprendo la strada al Tar. Colpa della Regione in mano al Pdl. E’ proprio vero, caro De Magistris, a Napoli si fallisce sempre per colpa di qualcun altro.