Le Popolari dimostrano che l’impegno per la comunità viene ripagato

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Le Popolari dimostrano che l’impegno per la comunità viene ripagato

Le Popolari dimostrano che l’impegno per la comunità viene ripagato

23 Giugno 2011

Negli ultimi giorni il mercato borsistico ha vissuto momenti di assoluta turbolenza, in particolare per quanto riguarda i titoli bancari, risentendo degli aumenti di capitale che gli istituti creditizi stanno avviando per adeguarsi ai nuovi i parametri stabiliti dalla disciplina prudenziale di Basilea 3. Al centro dell’attenzione, come ciclicamente accade da diverso tempo, le Banche Popolari quotate.

Per molti, i giorni peggiori della crisi sono forse ormai un lontano ricordo, ma sarebbe opportuno fare tesoro degli errori del passato per evitare che questi possano ripetersi in futuro, in linea con quella che dovrebbe essere la strada indicata dagli accordi per l’applicazione di Basilea 3.

Una realtà oggettiva, che dovremmo tutti evitare di cancellare dalla memoria collettiva, riguarda la ricchezza che ha rappresentato e ancora oggi rappresenta la diversità dei modelli di intermediazione creditizia presenti in ambito bancario, e come alcuni di questi – nello specifico quelli riconducibili alla Cooperazione Bancaria – siano stati gli unici in Europa a garantire un sostegno costante e continuo alle piccole imprese, agli artigiani e alle famiglie anche nei momenti più difficili della recessione economica.

Appare quindi del tutto strumentale la discussione aperta in questi giorni sull’opportunità di avere, all’interno del sistema bancario, istituti con una governance contraddistinta dal voto capitario, radicata sul territorio e che nel patrimonio di relazioni che crea con la comunità costruisce la propria efficienza e la propria operatività.

Forse, per qualcuno, istituti che si fondano storicamente sui principi del modello cooperativo hanno ragion d’essere solo quando la loro dimensione non supera certi limiti o non insidia la filosofia ritenuta vincente del modello unico, in voga prima della crisi, delle grandi banche universali “originate to distribute” alle quali, però, si deve la genesi della crisi. Tuttavia, gli esempi che è possibile citare con riferimento ad altre nazioni, come la Francia e l’Olanda, dimostrano esattamente il contrario, vista la presenza in questi paesi di grandi realtà bancarie cooperative, apprezzate e difese per il loro operato, e la loro diffusione anche al di fuori dei rispettivi confini nazionali.

Artificiosa appare, inoltre, la questione dei recenti andamenti azionari delle Banche Popolari. Se si esaminano i dati degli ultimi dieci anni, confrontando le performance degli istituti della Categoria con quelle delle altre banche commerciali o dell’intero comparto bancario, emerge chiaramente come le banche cooperative abbiano avuto in media perdite minori (48% contro 59%) e una maggiore stabilità (28,8% contro 31,5%), rispetto all’indice settoriale bancario. Risulta poi privo di fondamento trarre conclusioni generalizzate o presunte “verità assolute” dalle tensioni registrate sul mercato azionario unicamente nelle ultime settimane, in un contesto, già prevedibile e calendarizzato per tutte le banche, di ricapitalizzazione.

Nel corso della crisi, le Banche Popolari hanno manifestato incrementi degli impieghi e della raccolta mediamente del 6,2% e del 10,7%, contro andamenti medi nazionali significativamente più bassi, pari rispettivamente al 3,6% e all’8,2%. Una tendenza ribadita anche dagli ultimi dati dello scorso mese di maggio, con i prestiti in aumento del 6,7% e la provvista dell’8,5%. La costanza espressa dal Credito Popolare nella sua azione quotidiana è stata premiata dalla fiducia dei risparmiatori e delle imprese, con una decisa crescita della clientela proprio nei mesi della crisi, che ha portato oltre un milione e mezzo di persone a diventare clienti della Categoria, per un numero totale di depositanti di circa 12 milioni di unità. È anche grazie al contributo di queste persone che le Banche Popolari hanno potuto proseguire la funzione di intermediazione, erogando nuovi finanziamenti alle PMI per più di 40 miliardi di euro nel 2010 e per 20 miliardi nei primi cinque mesi del 2011, mettendo così a disposizione un ammontare di risorse analogo a quello registrato negli anni precedenti la crisi.

* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari