“A Napoli serve la Champions e Lettieri sindaco. Dopo il Cav.? Vedo… il Cav.”
10 Maggio 2011
"La Champions League al Napoli e Lettieri a Palazzo San Giacomo". Due fasi per un nuovo inizio e Gianfranco Rotondi, ministro per l’attuazione del programma non ha intenzione di rinunciare a “nessuna delle due”, anche perché “la Champions è quasi acquisita, Lettieri è quasi sindaco, basta solo aspettare qualche giorno”. Da Napoli a Roma passando per il dossier giustizia e i rapporti Pdl-Lega: temi sui quali il “demo-berlusconiano” allarga l’analisi, pronosticando con matematica certezza perfino chi succederà a Berlusconi nel 2013.
Ministro Rotondi, cinque candidati per una poltrona a Palazzo San Giacomo. Chi vince?
Mi auguro ovviamente Lettieri. Ho stima per tutti e quattro i candidati che rappresentano punte di eccellenza della Campania. Lo dico per il rispetto che porto nei confronti del prefetto Morcone, per il professor Pasquino e per l’onorevole De Magistris.
A Napoli c’è voglia di voltare pagina veramente o alla fine si invoca il cambiamento perché tutto resti come prima?
Si invoca il cambiamento per l’inizio di un nuovo cominciamento per una Napoli che deve ridiventare protagonista nel panorama non solo italiano, direi internazionale.
E Gianni Lettieri è l’uomo giusto al posto giusto, nel momento giusto?
Lettieri porta con sè l’amore per Napoli, la passione per una politica diversa che ha già dato alla Campania un buon governo della Regione e ore darà a Napoli la guida che questa città merita.
Tuttavia non sono mancate le perplessità sulla scelta di un candidato che in città non avrebbe grande appeal e non avrebbe lasciato un buon ricordo alla guida di Confindustria, oltre al fatto di essere stato calato dall’alto. Cosa risponde?
Risponderanno le urne e saranno un successo per Lettieri e il centrodestra.
Risposta diplomatica, ma basta dire la sinistra ha fallito per voltare pagina? Qual è il tratto distintivo del vostro progetto per Napoli?
Io non sono tra quelli che crocifiggono Rosetta Iervolino. Ha fatto quello che poteva in una realtà difficile e complessa. Lettieri è la risposta giusta per rilanciare questa città che ha bisogno di gente concreta e che offre una prospettiva nuova sul piano sociale, culturale, imprenditoriale.
Campagna elettorale carica di tensione, dall’aggressione a Lettieri ai raid contro le sedi del Pdl, alla questione delle infiltrazioni mafiose nelle liste. Che clima c’è in città?
Le campagne elettorali sono tutte cariche di tensioni. Non è la prima e non sarà l’ultima. Certo, le aggressioni sono episodi gravissimi che vanno condannati senza se e senza ma.
A Napoli è riesplosa l’emergenza rifiuti. Il governo ha nuovamente inviato l’esercito. Mossa elettorale? Perché la città è tornata nelle condizioni di due anni fa? Di chi è la responsabilità?
Ma le pare che si possa speculare sulla salute delle persone?! E sull’immagine della città simbolo del nostro Paese nel mondo?! Siamo seri: Berlusconi ha risolto già in passato questa emergenza. Anche in questa occasione ci ha messo la faccia. Tocca ora alle istituzioni locali dare risposte efficaci su questo fronte, impegnandosi concretamente sul piano delle discariche e della raccolta differenziata. E’ l’unico modo per uscire dall’emergenza e andare verso la normalità o l’ordinarietà, come capita in ogni città d’Italia.
Dal suo osservatorio di politico campano cosa serve a Napoli per voltare pagina?
Come dicevo all’inizio: un nuovo cominciamento. Un nuovo risveglio delle coscienze civili.
Napoli e Milano sono i due test sui quali si misurerà anche la tenuta della maggioranza e la stabilità del governo nei prossimi mesi. Lei che idea si è fatto?
Napoli esce da anno di governo di centro-sinistra e la battaglia per guidare Palazzo San Giacomo non è scontata. Detto ciò, confido nei napoletani e in Lettieri.
La Lega sembra stia facendo una campagna parallela a quella del Pdl e a giudicare dalle tensioni tra Bossi e Berlusconi sulla Libia ma anche sul richiamo del Colle a proposito delle nomine dei sottosegretari. Secondo lei si è rotto qualcosa nell’alleanza tra il Cav. e il Senatur?
Più avanzano tentativi di lacerazioni della maggioranza, più la stessa e il governo si rafforzano. In una coalizione, qualunque essa sia, possono crearsi frizioni. Ma le garantisco che l’asse Berlusconi-Bossi è più granitico di prima.
Se il Pdl dovesse perdere a Milano e Napoli si aprirebbe una crisi di governo?
Siamo alla fantapolitica. Anche perché a Milano come a Napoli la spunteranno i candidati del centro-destra.
Il leghista Matteo Salvini nell’intervista all’Occidentale ha detto che a Milano ci sono troppi ‘berluschini’ che parlano di guerra in Libia e magistrati politicizzati anziché dei problemi della città. Lei si sente un ‘berluschino’? E chi sono questi ‘berluschini’? Ci sono anche a Napoli?
Io sono più semplicemente un ‘demo-berlusconiano’.
Berlusconi invoca una commissione d’inchiesta sui pm politicizzati ma nel Pdl c’è un atteggiamento prudente, anteponendo alla proposta la riforma costituzionale della giustizia. Qual è la sua posizione?
La riforma della giustizia è una opportunità e non deve essere vista come il tentativo di delegittimazione della magistratura.
Che ne pensa dei ‘rottamatori’ del Pdl, Galan in testa? E sulla successione alla premiership del centrodestra? Vede meglio Alfano o Tremonti, entrambi indicati da Berlusconi?
Il Pdl ha tante frecce al suo arco, da Tremonti ad Alfano. Dopo Berlusconi vedo Berlusconi.
Lei è un tifoso del Napoli. Se dovesse scegliere tra la Champions League e la vittoria di Lettieri?
Sono due fasi per un nuovo inizio di questa città, e non rinuncio a nessuna delle due: la Champions League è quasi acquisita, manca un solo punto. Lettieri è quasi sindaco, basta solo aspettare qualche altro giorno.