La febbre del voto contagia l’Università d’Annunzio. Si elegge il nuovo Rettore
16 Maggio 2011
di V. F.
Sei anni di incarico, senza la possibilità di un nuovo mandato. E’ questa la novità introdotta nella riforma universitaria voluta del ministro Gelmini. Nuove norme, che incidono profondamente sull’Università di Chieti-Pescara e che, dopo quasi quindici anni di reggenza Franco Cuccurullo, dovrà penare a un successore. Ed è già il caos.
Il nuovo mandato di Cuccurullo era previsto nel 2012. Ora invece, non solo non potrà ricandidarsi, ma non potranno neppure i “suoi”candidati in pectore, ovvero Giuseppe Paolone, attuale preside di Scienze manageriali e Carmine D’Ilio, attuale pro-rettore e uomo di fiducia del rettore. Sempre secondo la riforma Gelmini, infatti, considerando che i professori universitari vanno in pensione a settant’anni, il futuro candidato, alla sua elezione, dovrà avere meno di sessantaquattro anni. Un corollario che mette fuori gioco, per limiti di età, sia Paolone e che D’Ilio. Con molta probabilità, all’Università di Chieti si andrà a votare nel maggio del 2012, in modo tale che il nuovo rettore possa insediarsi i primi di novembre del 2012, all’inizio del nuovo anno accademico. E a quella data i designati saranno ormai ineleggibili. Si tratta di un cambiamento in corsa che ha spalancato le ambizioni dei docenti più giovani.
Scenari tutti nuovi, dunque, e una lotta alla successione che non sarà priva di colpi di scena. Perché, come è ovvio, al di la dei nomi, molto dipenderà anche dalla necessità di mantenere in equilibrio le facoltà di Chieti e di Pescara. La campagna elettorale si può dire già iniziata. E a tagliare il nastro è stata la famosa lettera – a detta di molti inaspettata – sventolata qualche tempo fa proprio dai uno dei più fedeli, (a questo punto ex) collaboratori del rettore in carica: il preside di Scienze della formazione, Gaetano Bonetta. La guerra è guerra. E di fronte a scenari insperati, chi ha potuto, ha imbracciato le armi.
Bonetta “spara” sulla Fondazione universitaria presieduta dal rettore Cuccurullo, puntando il dito su un utilizzo delle risorse eccessivamente premiale verso la Facoltà di Medicina a discapito delle altre. Ma soprattutto il preside si fa scudo di un argomento di gran moda in questo periodo: la necessità di voltare pagina in maniera radicale per scrivere un futuro nuovo per l’Ateneo D’Annunzio. Insomma, bisogna “svecchiare”, dichiara Bonetta. Se un fronte si organizza, l’atro non sta a guardare e la ricerca dell’anti-Bonetta è già cominciata. Il terreno più fertile potrebbe essere – guarda caso – proprio la facoltà di Medicina. I nomi che sono circolati sono quelli del professor Leonardo Mastropasqua e soprattutto di Sergio Caputi, che, stando alle prime voci, si sarebbero entrambi detti indisponibili. Con più convinzione il primo, mentre il secondo lascia aperto qualche spiraglio.
In questa carambola potrebbero emergere altre candidature: Marco Napoleone, direttore generale dell’Ateneo, che farà le sue mosse per assicurarsi un rettore "amico". Comunque c’è ancora tempo e gli scenari potrebbero capovolgersi ulteriormente. Meglio procedere con cautela ed evitare ricostruzioni che potrebbero poi rivelarsi fantasiose. Fin qui ci si è limitati a riportare i fatti, che già da soli dicono molto.