All’Italia serve un Patto per lo Sviluppo, ma l’Abruzzo ce l’ha già

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All’Italia serve un Patto per lo Sviluppo, ma l’Abruzzo ce l’ha già

02 Agosto 2011

di V. F.

Se il monito arriva addirittura dalla presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, significherà qualcosa. E se l’Abruzzo, grazie all’intuizione del suo governo regionale, ha già intrapreso, in tempi non sospetti, proprio la strada indicata dalla numero uno degli industriali, anche questo significherà qualcosa.

La parola magica è condivisione. Di progetti e di strategie, per ridare ossigeno a una crescita economica pericolosamente asfittica. Dalle colonne del Financial Times è questo l’imperativo lanciato in questi giorni da Emma Marcegaglia. In Abruzzo già da aprile, Regione, parti datoriali e parti sociali hanno sottoscritto un accordo, il Patto per lo Sviluppo, con lo stesso obiettivo. Una via già tracciata, insomma, sulla quale il governo regionale sta lavorando d’anticipo, interpretando le richiesta giunte dal mondo produttivo. Nella convinzione che ciò che serve, con altrettanta urgenza, è uno sforzo comune, presupposto indispensabile per portare avanti un progetto di crescita serio e duraturo.

“I media, con molta enfasi – spiega Chiodi – hanno dato ampio risalto all’appello di tutto il mondo produttivo per accelerare la linea del rigore tracciata dal governo nazionale con l’ultima manovra, implementandola con un Patto per lo sviluppo che coinvolga maggioranza, opposizione e parti sociali. Un testo sinergico, in breve, che superi le ideologie e punti dritto al rilancio del sistema Paese, soprattutto attraverso le riforme. Questo – fa notare il Governatore, con comprensibile orgoglio – in Abruzzo sta già accadendo. Dallo scorso gennaio, con il "lancio" del Patto per lo sviluppo, ma più segnatamente dal 13 aprile, la Regione, i sindacati, il sistema produttivo e il principale partito d’opposizione hanno firmato il documento che ha dato l’avvio alla concertazione, all’analisi di strategie e di prospettive e ad un lavoro di squadra vero e proprio. Da aprile ad oggi si sono riuniti diversi tavoli di concertazione, si sono insediate la Consulta per lo sviluppo, e l’Unità per le Aree di crisi, i due organismi attuativi del Patto. Da allora – assicura il governatore abruzzese – tutti insieme, in un clima di sereno confronto, stiamo affrontando i temi ‘caldi’ della nostra regione”.

E di lavoro ne è stato fatto davvero tanto. Basti pensare al punto di inizio. Quando l’attuale maggioranza di centrodestra ha preso in mano le redini del governo regionale di fronti aperti c’enerano fin troppi e altri se ne sono poi aggiunti: crisi, deficit sanitario, cassa integrazione, ricostruzione, carenza infrastrutturale.

Oggi i cittadini cominciano a guardare un territorio finalmente diverso, la cui crescita economica e produttiva rappresenta ormai un dato di fatto. “Siamo la prima regione nel Mezzogiorno e la seconda in Italia per crescita – precisa infatti Chiodi -; al vertice nell’export e nell’occupazione femminile; con un pil tra i più alti. Certo, gli effetti della crisi internazionale non sono ancora completamente superati, ma di certo l’Abruzzo può guardare al domani con più fiducia ed ottimismo”.