Egitto, dopo Mubarak si caccia Topolino

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Egitto, dopo Mubarak si caccia Topolino

02 Luglio 2011

Mentre in Europa Geert Wilders è stato da poco assolto dalle accuse di antisemitismo e di incitamento all’odio razziale mossegli nel 2008, nel “libero” Egitto post-Mubarak il tycoon egiziano di religione copta, Naguib Sawiris, è stato accusato di avere offeso l’Islam dopo aver postato da Twitter un’immagine di Topolino e Minni vestiti con abiti musulmani.

Le immagini mostrano Topolino con abiti islamici tradizionali e barba lunga mentre Minni è coperta da un niqab che le lascia intravedere soltanto le grandi orecchie. Le immagini giravano in rete da alcuni giorni ma quando Sawiris le ha ripubblicate tramite il suo account è stato denunciato da quattordici avvocati islamici capeggiati da Mamdouh Ismail: principe del foro impegnato a costituire un partito islamico di tendenze salafite in vista delle prossime elezioni. Sawiris, noto in Italia per essere stato il presidente dell’operatore telefonico Wind, si è dovuto scusare direttamente su Twitter con quelli che non hanno considerato il suo post uno scherzo: “Non avevo intenzione di mancare di rispetto a nessuno. Mi dispiace”.

Nel frattempo, però, le scuse dell’ingegnere meccanico non sembrano aver placato gli animi degli accusatori; già in passato volevano marchiarlo con la lettera scarlatta per essersi espresso in favore della secolarizzazione dell’Egitto e contro l’obbligo di far indossare il velo alle donne. Ma il tentativo di mummificare l’animo liberale di Sawaris potrebbe essere anche una strategia per minare il terreno al partito“Egiziani Liberi” fondato da poco dal proprietario dell’azienda di telecomunicazioni Orascom, la più grande azienda privata del paese. Inoltre, Sawaris è stata una delle voci più forti dell’opposizione al regime di Mubarak durante le proteste dello scorso gennaio, quando da Piazza Tahrir si faceva largo la speranza di voler edificare un nuovo Egitto fondato sulla pietra angolare della libertà.

In un’intervista a Il Secolo d’Italia anche il capo della nostra diplomazia, Franco Frattini, ha espresso serie preoccupazioni per il clima che si respira da Nilo: “Sono molto preoccupato per quanto sta succedendo: c’è la possibilità che emergano movimenti controrivoluzionari e che questi comincino a insediare i risultati di questa rivoluzione. Da un lato ci sono le legittime aspettative di avere le elezioni in tempi rapidi ma dall’altro la transizione verso la piena democrazia ha i suoi tempi”. Poi, Frattini riferendosi agli scontri scoppiati in Piazza Tahrir durante questi giorni ha aggiunto: “Quando si comincia a incitare la piazza fomentando contro l’attuale governo, che ha già detto che lascerà il potere, vedo i tentativi di annacquare i risultati positivi e di far ventilare l’ipotesi che questa rivoluzione ha portato l’instabilità piuttosto che la democrazia. E ciò potrebbe influenzare molto negativamente il cammino dell’Egitto. Per questo il primo ministro ha il dovere di tenere la barra del governo e con lui la giunta provvisoria affinché si arrivi sia alle elezioni del governo che a quelle presidenziali”.