Per risolvere la questione rifiuti serve una linea comune e realista
05 Ottobre 2011
Una nave nella tempesta. Così può essere descritta la situazione rifiuti in Campania, e in particolare a Napoli, dove nelle scorse notti i pompieri sono nuovamente intervenuti per spegnere numerosi roghi di spazzatura appiccati dai cittadini esasperati. A peggiorare il tutto è arrivata anche la messa in mora dell’Italia da parte della Ue, la seconda da qualche anno a questa parte, che impone l’adeguamento entro due mesi agli obblighi comunitari, pena ulteriori severe sanzioni che andrebbero ad aggiungersi a quelle già comminate dalla Corte di Giustizia europea nel 2010 al nostro Paese. Il traguardo per Napoli, però, sembra molto lontano.
Infatti, gli schemi di intervento previsti dalla Regione e dal Comune non combaciano e questo rischia di far slittare di molto i tempi per adempiere agli obblighi comunitari. La querelle riguarda, in particolare, il Sindaco Luigi De Magistris e il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. Il primo sta infatti mettendo in atto una serie di interventi per rinforzare il servizio di raccolta porta a porta, la differenziata e il compostaggio. Ultimo in ordine di tempo il “piano rifiuti zero”, varato con la delibera del 29 settembre scorso, che segna al 2020 il termine per l’avvio di un processo virtuoso di eliminazione dei rifiuti. Si prevede che ogni esercizio commerciale della grande distribuzione sia dotato di attrezzature per la riduzione volumetrica (pressa per gli imballaggi in cartone); in ogni punto vendita saranno installate attrezzature per la vendita di prodotti alla spina, sia alimentari che per l’igiene personale e della casa; viene incentivato l’uso di stoviglie biodegradabili; l’introduzione di imballaggi in plastica biodegradabile o riutilizzabili e di prodotti certificati come derivanti da processo produttivo ecologicamente sostenibile. Tutte iniziative lodevoli, ma il dubbio al riguardo è se le idee virtuose del neosindaco siano davvero adatte ad una situazione d’emergenza, che richiederebbe in via prioritaria azioni più concrete o comunque applicabili alla realtà napoletana.
Sul versante opposto, d’altra parte, c’è il piano varato dalla Regione, che prevede la creazione di discariche, impianti intermedi e termovalorizzatori. Una scelta che il presidente Caldoro ha giustificato dicendo che: "Quella del termovalorizzatore non è stata una nostra scelta ma una prescrizione impostaci dall’Europa. Ad ogni modo siamo disposti a discutere eventuali alternative purché siano credibili e condivise da tutti"". Un piano che va portato avanti, secondo Caldoro, perché la Commissione europea lo ha confermato nella sua validità. Specialmente sui termovalorizzatori, infatti, a detta del governatore Bruxelles chiede alla Campania e all’Italia di agire al più presto.
Due impostazioni diverse, dunque, quella del Comune di Napoli e della Regione, che tuttavia dovranno necessariamente trovare un punto di incontro se si vuole evitare un’ulteriore condanna da parte delle autorità europee. Più facile a dirsi che a farsi, visto che il Sindaco De Magistris ha fatto della differenziata il punto forte della sua campagna elettorale. Cedere non sarà facile neanche per Caldoro, che dovrà tenere fede anche alla promessa fatta alla Ue di smaltire i 6 milioni di ecoballe parcheggiate nel territorio di Giugliano e per la cui eliminazione il termovalorizzatore dovrebbe essere costruito ad hoc.
A quanto sembra in Campania, sulla questione rifiuti, è necessario che Regione e Comune decidano di fare squadra lasciandosi alle spalle gli scontri tra fazioni e ragionando su ciò che concretamente deve essere fatto. L’appello a una linea comune, lanciato più volte dagli amministratori ai diversi livelli, specialmente dopo la notizia della recente messa in mora, deve uscire dall’ambito dei buoni propositi e concretizzarsi al più presto. Dietro l’angolo, infatti, non si nascondono solo le sanzioni dell’Ue ma anche le difficoltà legate al rilancio dell’economia e dello sviluppo in tutta la Regione. L’emergenza rifiuti ha messo in ginocchio centinaia di aziende, in primis quelle turistiche, che rappresentano una notevole risorsa per il territorio campano e per tutta l’Italia. Per una volta Regione e Comune dovranno cercare di mettere da parte le antipatie e le divergenze per far sì che sui rifiuti sia realizzata quella che Caldoro stesso ha definito "linea responsabile".