“Mille idee per tornare a casa”, L’Aquila si ritrova per la ricostruzione
08 Luglio 2011
di V. S.
E’ vero. L’immagine offerta fino a questo momento non è certo quella che si sarebbe voluta (e forse dovuta) trasmettere. Ma i problemi che si sono intrecciati nel tempo sono noti e recriminare non serve a nulla. Non serve certamente ai cittadini dell’Aquila, che hanno bisogno di vedere, e di “toccare”, un futuro possibile per la loro città. Ed è quello che potrebbe finalmente accadere grazie al Salone della Ricostruzione, un evento, che come ha assicurato il presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, che in questa circostanza parla soprattutto da Commissario per la Ricostruzione, “rappresenta simbolicamente l’inizio della ricostruzione percepibile”. Tutto il mondo sta a guardare, Chiodi lo ripete a se stesso e a chi a chi deve ascoltare. E’ ora di cambiare marcia e di mostrare “il nostro senso di responsabilità, l’efficienza e la determinazione, il desiderio di vincere l’ardua sfida che il destino ci ha lanciato”.
Sulla carta il Salone della Ricostruzione (“Mille idee per tornare a casa”) è un appuntamento fieristico organizzato dall’Ance Abruzzo e da Carsa, con l’obiettivo di presentare le proposte più innovative in tema di recupero, restauro, adeguamento del patrimonio edilizio danneggiato dal terremoto di due anni fa. Ma nelle coscienze è qualcosa di molto di più. E’ un simbolo e una speranza: “qui non c’è la politica ad intromettersi – spiega Chiodi – non ci sono opportunisti, ma sono presenti le persone che lavorano, che si danno e si daranno da fare per ricostruire la città, le ditte che proporranno i materiali migliori e tutti quelli che hanno voglia di fare e operare per far risorgere i centri colpiti dal terremoto. Non è solo un evento commerciale o imprenditoriale: qui c’è l’immagine che L’Aquila e l’Abruzzo dovranno dare per lasciare una traccia in quella famosa fase epica della ricostruzione citata da più parti”.
Tutto ruota attorno a due parole, appunto: ricostruzione percepibile. Perché al di là dei ritardi e delle colpevoli polemiche, di traguardi raggiunti ce ne sono stati, ma non apprezzati abbastanza. Basti pensare alle 83 scuole fruibili in tempo per la ripresa dell’anno scolastico di 17mila ragazzi; alle 50mila e più persone rientrate all’Aquila con un programma di assistenza che non ha precedenti; all’Università che è riuscita a mantenere 23mila iscritti; alla messa in sicurezza di 1.000 palazzi e chiese nel centro storico di cui il 90% delle strutture vincolate o di pregio, nel centro storico dell’Aquila.
E ancora, l’impegno, giorno e notte, dei progettisti per far partire 17mila cantieri nel cratere e la ricostruzione dell’ospedale con nuove sale operatorie e nuovi servizi. “Tutto questo non è bastato – ha però insistito il presidente della Regione – perché finché non arrivano la zona franca e i cantieri nel centro, è come se la ricostruzione non si materializzasse. C’è stato un impegno enorme, fino ad oggi, su tutta la parte normativa – ha riconosciuto – sulla progettazione che servirà a dimostrare le tecniche innovative dei nostri costruttori. Qui al Salone non c’è politica faziosa – ha concluso il Commissario – C’è gente che lavora: progettisti, imprenditori, maestranze. Ci sono l’alacrità e la positività delle persone che operano in maniera attiva. C’e’ il Paese vero, non mediatico, ed è questa l’immagine che L’Aquila e l’Abruzzo vogliono dare al mondo”.
Per oggi a L’Aquila è anche atteso l’arrivo del ministro Sacconi e del leader della Cisl Bonanni, che visiteranno i circa trecento stand allestiti da ben 230 espositori. Una vera e propria filiera della ricostruzione, come l’ha definita Roberto Di Vincenzo, presidente del Carsa e insieme all’Ance, organizzatore dell’evento, che può nascere e svilupparsi “per consentire alle aziende di lavorare a chilometri zero sulla ricostruzione”. Tagli di nastro e ottimismo, dunque.
Ma anche qualche polemica. Che arriva, come sempre, dal cuore di quella che dovrebbe essere la rinascita, e cioè il centro storico dell’Aquila. Gli amministratori locali continuano a lamentare i gravi ritardi con i quali si sta procedendo. Anche se in realtà, prima di puntare il dito contro, sarebbe meglio ricordare che proprio dai vertici del Comune dell’Aquila è stato commesso qualche errore di troppo.