Con l’arresto del boss Zagaria lo Stato sferra un altro duro colpo alla mafia
07 Dicembre 2011
Arrestato il boss Michele Zagaria. Questa mattina le squadre mobili della polizia di Napoli e Caserta, coordinate dal pool di magistrati della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno stanato l’ultimo dei super latitanti appartenenti al clan dei Casalesi. Un’altra grande vittoria dello Stato sulla malavita organizzata: così può essere definito l’arresto di Zagaria dopo 16 anni di latitanza.
Alle 3 di notte gli agenti di polizia hanno fatto scattare il blitz per mettere in sicurezza la zona. Poi, in mattinata, l’irruzione nel bunker di Via Mascagni a Casapesenna,nel casertano, città natale del boss da dove sembra non si sia mai allontanato. A trovarlo sono stati i poliziotti che hanno iniziato a sfondare il pavimento con i martelli pneumatici. Dopo due ore di scavi per stanare Zagaria, che intanto stava cercando di scappare, hanno sentito una voce provenire dal basso: «Fermatevi, non scavate più. Sono qui». Era il re dei casalesi, rimasto senza corrente elettrica, come un topo in trappola, nel bunker ricavato all’interno dell’appartamento attualmente abitato da Vincenzo Inquieto, detto "Enzo il tubista," e dalla moglie, che sono stati entrambi condotti in questura.
Considerato il capo operativo del clan dei Casalesi, Zagaria è ricercato dal 1995 per associazione di stampo mafioso, omicidio, estorsione, rapina e altri reati. Lo cercavano anche all’estero: l’8 febbraio 2000 erano state diramate ricerche in campo internazionale, per arresto ai fini estradizionali. L’ultimo boss casalese rimasto a piede libero della vecchia scuola, quella dei discepoli del patriarca Antonio Bardellino e di cui hanno fatto parte anche Francesco Schiavone "Sandokan", Francesco Bidognetti alias "cicciotto e’ mezzanotte", e più recentemente Antonio Iovine, "o’ ninno", la mente imprenditoriale del clan.
L’arresto di Zagaria rappresenta uno degli attacchi più riusciti dello Stato contro la camorra ed è stato eseguito dal dirigente della squadra mobile casertana, Angelo Morabito, dal dirigente della sezione di Casal di Principe Alessandro Tocco e dagli agenti della sezione criminalità organizzata della squadra mobile di Napoli.
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, si è congratulato con il capo della polizia, Antonio Manganelli, per l’operazione coordinata dalla Direzione distrettuale Antimafia di Napoli. "La cattura di Zagaria – ha dichiarato il ministro – è un grandissimo colpo dello Stato non solo al clan dei casalesi ma all’intera organizzazione camorristica, che si è reso possibile grazie allo straordinario lavoro e impegno delle Forze dell’ordine e della magistratura". Soddisfazione anche da parte del ministro della Giustizia, Paola Severino, con la quale si è congratulato per telefono il presidente del Consiglio Mario Monti: “L’arresto di Zagaria segna una tappa fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata – dice la Severino – e dimostra che questo Stato funziona ed è capace di reagire di fronte a questo tipo di organizzazioni". Per il neo Guardasigilli "il Paese deve essere orgoglioso per aver cresciuto e formato magistrati e corpi di polizia che producono questi risultati”.
I complimenti per l’operazione sono arrivati, ovviamente, dalle più alte cariche dello Stato – a partire dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito l’operazione “un grande risultato conseguito nel contrasto alla criminalità organizzata” – e dagli esponenti politici dei diversi schieramenti. Anche i vertici locali, in primis il governatore della Campania, Stefano Caldoro, hanno accolto con entusiasmo la notizia che riguarda il loro territorio. "Siamo tutti felicissimi, oggi è una bellissima giornata", dice Caldoro, al quale fa eco il sindaco di Napoli Luigi De Magistris, secondo cui si tratta di "una straordinaria notizia, merito della magistratura e delle forze dell’ordine". L’ex Ministro dell’Interno Roberto Maroni, da parte sua, ha voluto sottolineare che si tratta di un risultato eccellente ottenuto attraverso l’adozione del “Modello Caserta”, che dopo due anni di ha condotto ad oltre 2.200 arresti tra cui quelli di quasi 30 super latitanti. L’arresto di Zagaria, dice Maroni, "è la vittoria del modello Caserta, che noi abbiamo costruito in questi anni e che oggi ci consegna il risultato più importante, dopo gli arresti di Setola e Iovine".
Un altro duro colpo, dunque, sferrato alla camorra che questa volta, come ha ammesso Zagaria nel momento in cui gli sono state messe le manette, ha perso la sua battaglia con lo Stato. "Avete vinto voi. Ha vinto lo Stato", ha detto. Ma di battaglia, seppure storica, pur sempre si tratta. La strada per vincere la guerra contro la mafia, purtroppo, è ancora molto lungo.