Iraq. Quattro Cristiani rapiti mentre fuggivano
05 Luglio 2007
di redazione
Ieri mattina, secondo quanto riferito dalle fonti di AsiaNews
della zona, quattro cristiani sono stati rapiti in Iraq, per la strada di
Kirkuk. Si tratta di Georges Isaak e suo figlio Stuart, Shaqat Youssif e Martin
Yacoub.
Il sequestro è avvenuto nei pressi della cittadina di Salman
Beck, 120 km a sud di Kirkuk, mentre tentavano di fuggire da Baghdad e dalle quotidiane
minacce di morte con cui erano costretti a convivere nella città . Volevano raggiungere il loro
villaggio di Daiabun, vicino Zakho, nel Kurdistan iracheno, perchè i terroristi
avevano minacciato ucciderli, se non avessero lasciato la capitale.
Con la collaborazione dei responsabili religiosi della zona
si sta cercando di mettersi sulle tracce dei responsabili. Ormai da mesi a
Baghdad la strategia di persecuzione dei cristiani è sempre la stessa, ovvero
il ricatto: o la conversione o abbandonare tutto senza portare nulla con sé. Le
fonti AsiaNews, per evidenti ragioni, chiedono l’anonimato, ma spiegano
comunque che: “In un contesto di completa assenza di regole e rispetto i
criminali fanno ciò che vogliono: possono minacciare, rapire, uccidere”.
Dopo aver “ripulito” il quartiere di Dora, la campagna di terrore, per
costringere i cristiani a fuggire, dilaga nelle aree di Alameria e
Hai-Aljameea. Ma violenze e rapimenti colpiscono anche sunniti e sciiti. L’unica
soluzione sembra essere, per chi può permetterselo, la fuga. Infatti le stime
ufficiali, effettuate alla metà giugno, in seguito al secondo attacco alla
Moschea d Oro di Samarra, parlano di 400 famiglie musulmane fuggite da Baghdad
in una sola settimana, sotto la minaccia di rappresaglie e nuove violenze
settarie.