Lo Iowa dimostra solo che Obama non ha trovato ancora uno sfidante
04 Gennaio 2012
Qualche ora dopo la fine dei caucuses, il chairman dello Iowa Matt Strawn è intervenuto ufficialmente per dire che Mitt Romney, il grande favorito di questo primo test nella corsa repubblicana verso le Primarie e le Presidenziali, aveva ottenuto 30,015 voti e che Rick Santorum, la grande sorpresa delle ultime 48 ore, lo tallonava a 30,007. Gli altri protagonisti e comparse dell’Elefantino sono affondati, chi più chi meno, vedendo sfumare le loro "azioni" uno alla volta: Gingrich è l’ombra di se stesso, l’elettorato giovanile e libertario non è bastato al vecchio Ron Paul, Michelle Bachmann che fino a qualche mese fa sembrava spinta sulle ali della vittoria dal Tea Party può prepararsi a fare le valigie e anche Rick Perry torna in Texas con la coda tra le gambe. E chissà se Romney in queste ore che lo separavano dal risultato ha rivissuto la sindrome dell’eterno candidato che alla fine viene segato, come gli accadde nel giro precedente, sempre in Iowa, contro Huckabee.
Alla fine Mitt l’ha spuntata ma è chiaro che l’elettorato religioso e conservatore dell’America profonda non si fida della sua "moderazione" ed è per questo che Santorum, battendo forte sull’aborto e i valori costituenti della "right nation", con mezzi e soldi infinitamente minori del rivale, adesso vive il suo momento di gloria. Ma se una prima considerazione si può fare su questo appuntamento elettorale in casa repubblicana, è che che il GOP non riesce ancora a trovare un candidato capace di compattare le sue diverse anime. Il risultato dello Iowa non è una buona notizia per un partito che vorrebbe condannare Obama ad essere "il presidente di un solo mandato" ed invece ieri si è fatto rubare la scena da Barack che tornava dalle vacanze alle Hawaii, illustrava il suo piano per il 2012 e oscurava ancora una volta la scena ai suoi avversari. Cosa accadrà dopo lo Iowa?
Nel prossimo appuntamento in New Hampshire Romney gioca in casa ma il terreno ormai è scivoloso e la corsa verso le Primarie rischia di rivelarsi un campo minato. "E’ impossibile dire chi vincerà il caucus di giovedì," aveva detto nei giorni scorsi Dean Debnam, presidente di Public Policy Polling (PPP), l’istuto che, prima di altri, aveva anticipato il "surge" di Santorum: "Se credi che il fattore più importante per vincere sia il momentum questo è un vantaggio per Santorum. Se pensi che il fattore determinante sia la passione dei supporters allora ad essere in vantaggio è Ron Paul. E se credi che invece l’elemento chiave sia la capacità di battere Obama allora questo è un vantaggio per Romney". In realtà, ora che si spengono le luci sullo Iowa, l’impressione è che nulla sia cambiato. E viene da chiedersi se Romney, l’uomo che vuol tornare a far camminare l’America, puntando sull’economia e la sua esperienza manageriale, sia davvero il migliore sfidante per battere i Democratici.