Se il diritto è solo la volontà dei politici, la libertà viene meno e l’economia frana

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Se il diritto è solo la volontà dei politici, la libertà viene meno e l’economia frana

05 Gennaio 2012

È del tutto ingiustificabile la decisione, assunta con l’approvazione dell’ultima manovra, di non rendere più convertibili in euro le ultime lire possedute dagli italiani, che fino a poche settimane fa si era detto convertibili fino a fine febbraio. Ma questa rapina è solo la riprova di un dato elementare che non riusciamo ad accettare: e cioè che lo Stato moderno non è l’essenza del diritto, ma la sua negazione.

Proprio in questi giorni – su un altro quotidiano – mi è capitato di affermare ogni resistenza di fronte ad un’agenzia arrogante come Equitalia deve avvenire secondo i principi del diritto, e non già violandoli (come fa chi adotta metodi terroristici). Nel sommario, però, il mio pensiero è stato sintetizzato sostenendo che un’azione di contrasto deva sempre avvenire nel rispetto della legge.

Perché riporto questo episodio? Perché mostra come ormai siamo portati a credere che la legge coincida con il diritto, e che non vi sia altro diritto al di fuori della Gazzetta Ufficiale.

È per tale ragione che lo Stato si rimangia così spesso la parola: come fa con i pensionati, come ha fatto con i titolari dei capitali “scudati”, come fa in altre circostante. Il legislatore pensa che se il diritto è la sua volontà, quello che ieri era legge oggi può non esserlo più. Ma in questa situazione non solo viene meno ogni protezione alle libertà, ma la stessa vita economica è minata dalle fondamenta.

Chi intraprende ha bisogno di avere dinanzi a sé un orizzonte relativamente stabile. Se oggi compio taluni investimenti sulla base di talune leggi, non posso veder sfumare ogni mio progetto perché un qualsiasi diktat ha cambiato le regole. Lo Stato che non rispetta le norme che esso stesso si è dato è allora la forma più patologica di un degrado generale, connesso al declino crisi dell’idea tradizionale del diritto: strettamente legata a una nozione di diritto naturale, oggettivo, non manipolabile, e anche storicamente definito dalle pratiche sociali.

Lo Stato italiano che deruba i titolari delle vecchie lire ci obbliga dunque a riflettere su una delle radici principali del disastro in cui ci troviamo.

(Tratto da l’Unione Sarda)