Sulle tessere Alfano è chiaro: “Subito controlli e fuori dal Pdl i furbetti”

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Sulle tessere Alfano è chiaro: “Subito controlli e fuori dal Pdl i furbetti”

17 Febbraio 2012

Persone decedute, o semplicemente ignare di aver mai sottoscritto una tessera, e ragazzini. Tra le 26 mila tessere del Pdl sequestrate nella sede romana del partito via dell’Umiltà, purtroppo sembrerebbe esserci anche questo. Il territorio oggetto delle mire della Direzione Distrettuale Antimafia di Salerno è soprattutto l’agro nocerino, ma l’ombra delle tessere false, qualora l’indagine dovesse proseguire, potrebbe allungarsi anche su Napoli.

Nel Pdl c’è consapevolezza che la questione va chiarita il prima possibile. Quanto ai congressi, il neo commissario campano Nitto Palma fa sapere che, a meno di clamorose sorprese, si faranno e conferma le prime settime di marzo come date possibili. “Ad indagare sulla questione – ha aggiunto Nitto Palma – c’è il procuratore Roberti, che conosco da tempo, come persona di grande affidabilità ed esperienza. Per noi una ulteriore verifica è sinonimo di garanzia”. Ovviamente, la notizia fa la spola da Salerno a Roma, dove il segretario del partito Angelino Alfano, nel commentare l’accaduto ha assicurato: “Stiamo facendo delle verifiche, ma nel dubbio bloccheremo tutto. Se si riscontrano situazioni dove non vediamo chiaro nel dubbio non faremo svolgere i congressi.”

A conti fatti però, non sembrano essere i congressi il vero nodo della vicenda, visto che per votare serve presentarsi di persona e con un documento di identità. Dunque, potrà esercitare tale diritto solo chi la tessera l’avrà sottoscritta volontariamente. Al riguardo, appare decisamente chiaro l’esempio fornito ancora da Nitto Palma: “Se per ipotesi – dice l’ex guardasigilli – si scoprisse che un tale ha tesserato un morto o un calciatore che non conosce nemmeno il Pdl, questi avrebbe solo regalato al partito 10 euro, visto che gli iscritti irregolari non potranno mai votare”.

Perciò, congressi a parte, il problema vero sembra essere un altro e risponde a due questioni: una comunicativa e l’altra, più grave, sulle cosiddette tessere sospette. Con la questione delle tessere è in gioco, in primis, l’immagine del partito in Italia e in Campania; in generale e, soprattutto, in un momento particolare come quello odierno, in cui soffia forte il vento dell’antipolitica, il Pdl non può permettersi una macchia del genere. Quanto al secondo aspetto – relativo alle tessere sospette – è ancora più importante accertarne l’eventuale esistenza e risalire ai responsabili affinché possa farsi eventualmente pulizia del marcio che, purtroppo, alberga in tutti i partiti. Sempre Alfano, intervistato stamani a Mattino 5, ha detto chiaramente: “Se ci sono state delle infiltrazioni camorristiche, come qualcuno denuncia, vigileremo. Nel caso manderemo dei commissari a verificare la regolarità della situazione e se necessario sospenderemo i congressi”.

Nella cabina di regia del Pdl campano, il concetto sembra essere stato recepito un po’ da tutti, a partire soprattutto da chi rappresenta il partito nell’area interessata dalla faccenda “tessere false”. E’ il caso dei due coordinatori provinciali, Antonio Mauro Russo e Antonio Iannone, che hanno dichiarato “di essere pronti a plaudire all’iniziativa della magistratura se dovessero essere scoperte delle mele marce”. Individuare eventuali responsabili, però, potrebbe però non essere così facile.

Il meccanismo democratico con il quale le tessere sono state sottoscritte, infatti, non aiuta molto. Le schede da compilare non presentano nessuna indicazione da parte di chi le ha presentate ragion per cui, per sottoscriverle, bastava scaricare il modulo da internet ed inviare il tutto a Roma, con allegata la ricevuta di versamento.

Nonostante le difficoltà del caso, le indagini della Direzione distrettuale antimafia di Salerno proseguiranno comunque sin dai prossimi giorni e, negli ambienti interni al Pdl nazionale, vige lo stesso monito che traspare dalle parole dei due coordinatori salernitani: “"Cosa faremo dei furbetti una volta scoperti? Li cacceremo – ha assicurato Alfano – e non faranno carriera nel Pdl”.

Del resto, la Campania è un territorio cruciale per il Pdl che, dopo aver contribuito a mettere fine alla “mala politica” bassoliniana, non può permettersi di farsi travolgere da una questione del genere, oltretutto tenendo conto del fatto che il tesseramento ha proprio come obiettivo primario quello di estendere la partecipazione alla vita del partito e renderlo, al suo interno, più democratico. Nel marzo 2010 la coalizione guidata da Stefano Caldoro è uscita vincitrice dalle urne proprio perché gli elettori, stanchi di una politica clientelare, fatta di trame oscure e giochi di potere, hanno visto nel centrodestra la speranza di un cambiamento. Inutile nascondersi dietro un dito: un partito grande come il Pdl, purtroppo, non potrà mai pensare, realisticamente, di essere immune né da episodi di corruzione né da scandali. La differenza, tuttavia, la fa il modo in cui si affronta la questione e la fermezza con cui ci si assume la responsabilità di fare subito chiarezza, punendo e mettendo alla porta chi non rispetta le regole.