La Francia perde la tripla A a 100 giorni dal voto. Ora Sarkozy che farà?

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La Francia perde la tripla A a 100 giorni dal voto. Ora Sarkozy che farà?

14 Gennaio 2012

La Francia è a lutto: deuil. Lutto nazionale, perché la Standard & Poor’ s americana, ha declassato la Nazione, togliendola dal club dei Paesi più virtuosi e solidi del mondo: ci ha mantenuto invece Germania, Olanda, Finlandia e Lussemburgo ( Paese solidissimo con S&P).

La Francia, a 100 giorni dalle elezioni presidenziali, ha ricevuto questa sassata in pieno volto; e ovviamente non ha gradito.

Non ha gradito il Presidente Sarkozy. Da tempo era in lotta per la conservazione della tripla A, sostenendo di essere l’unico personaggio politico in grado di mantenerla al Paese. La tripla A era un “tesoro” (sic), a cui la Francia non poteva assolutamente rinunciare. E invece i maestrini di S&P hanno bocciato lui e la sua politica. Inaccettabile; la “grandeur” francese non può essere giudicata da alcuni “giovanotti” (termine usato da Alain Minc, prestigioso consigliere economico di Sarkò), impiegati finanziari a Wall Street. Ma  la retromarcia è stata subito innestata: la tripla A è stata levata da tempo anche agli USA, senza alcun effetto. Chi a scuola ha sempre preso 10, può in un momento particolare, prendere anche 9. Il giudizio scritto è molto positivo per la Francia, al di là del voto finale. Questa degradazione non avrà alcun effetto sull’economia francese (è solo una interpretazione di quanto c’è già in Francia). Il duo franco-tedesco resterà alla guida dell’Europa, per fatti oggettivi, nonostante i “giovanotti” americani. Con la politica socialista e sinistrorsa la tripla A sarebbe caduta da un pezzo.

Non ha gradito neppure la sinistra. Il programma socialista per le elezioni è giudicato assai “spendaccione”. Hollande ,il candidato anti-Sarkò , ancora non ha presentato il suo programma (dovrebbe farlo il 20 gennaio prossimo); ma è molto verosimile che sarà fortemente impegnato sul “sociale” (scuola ,sanità, pensioni, lavoro e così via), secondo le tradizioni socialiste; e quindi considerato “spendaccione” dalla destra e dalle istituzioni imprenditoriali e finanziarie. Come superare allora la tegola preventiva di S&P? Hollande ha dichiarato che questa nota ha bocciato la politica di Sarkozy e del suo governo e non la Francia; e quindi giù a testa bassa contro il suo avversario , che della tripla A aveva fatto un cavallo di battaglia particolare; è solo lui che ha perso, la sua politica e i suoi piani di rigore.

Non ha gradito ovviamente neppure il Fronte Nazionale di Marine Le Pen. Il FN non accetta giudizi d’aziende americane interessate. Considera il fatto solo come un’offensiva americana contro l’Europa e del dollaro contro l’Euro. Denuncia il fallimento della politica europea di Sarkò e predica per il ritorno al franco, ai dazi e alla grandeur della Nazione.

Non ha gradito insomma nessuno; ma tutti si sono affrettati a utilizzare il giudizio dei “giovanotti” americani. “France info” , importante rete radiofonica francese, ha dedicato tutta la mattina del 14 gennaio alla tragedia della “degradation”.  E’ iniziata la campagna dietrologica. “Degradation” 100 giorni prima delle elezioni? Promossa e decisa da chi e nell’interesse di chi? Americani contro francesi o contro Europa? Merkel che si è giocata Sarkò per l’egemonia nell’Unione? E così via.

Tra tutte le dietrologie due in particolare devono essere sottolineate. La prima , espressa in tv, dice che Monti è stato messo lì dalla Merkel e che assieme hanno deciso il ridimensionamento di Sarkozy (oltretutto Monti è indicato come facente parte del giro finanziario euro-americano egemonico, nonostante il degrado dato all’Italia ,quasi a rafforzare lo stesso Monti e il suo Governo, con botta preventiva contro eventuali tentazioni italiche di buttarlo giù). La seconda, bisbigliata, vede un ruolo attivo e nascosto di Dominique Strauss Kahn (DSK) nella vicenda.

DSK fu eliminato dalla probabile corsa presidenziale e dalla direzione del FMI, a seguito di un tuttora equivoco scandalo moralistico-sessuale (di cui peraltro non si sa più nulla) , montato nella Francia delle libertà e del Moulin Rouge, per il piacere di Sarkò e dei suoi avversari socialisti. Il paradigma sarebbe: DSK;  ebreo; finanza ebraica americana; grande lobbista finanziario mondiale; suo attuale coinvolgimento nella finanza cinese e quindi nel recente accordo sino-nipponico, yen-yuan contro dollaro ed euro; sua vendetta contro Sarkò; messaggio-vendetta ai suoi ex compagni della sinistra; suo attacco alla BCE e all’attuale politica della UE. E oggi alla Francia un DSK avrebbe fatto comodo, molto comodo: così lo si è capito bene.

Ci si chiede ora se Goldman Sachs presenterà un suo candidato alle elezioni francesi  , per far restituire la tripla A alla Nazione, visto che è già riuscita a prendere il primo ministro italiano, senza neppure avere da pagare note di rating in contropartita. Questo dicono. Nel frattempo Carlà ha fatto sapere che sarà impegnata in campagna elettorale con il marito: lui però non si è ancora formalmente candidato. C’è chi pensa che sul povero Sarkò con la degradation, fatta dai “giovanotti”, cadrà anche la tegola di Carlà.