In Siria si muore, occorrerebbe agire e non pensare ai concerti
18 Novembre 2011
In Siria si stanno consumando omicidi di Stato, arresti, torture – anch’esse di Stato- esecuzioni di bambini di tredici anni e uccisioni accidentali di neonati. Il sangue scorre lungo le vie di Damasco, Aleppo e Latakia, dove l’esercito ha bombardando con colpi di artiglieria pesante i civili. Carri armati vigilano e gestiscono il traffico delle rivolte e il governo prende di mira i pazienti feriti e il personale medico negli ospedali siriani, come ha denunciato Amnesty International.
Secondo altre organizzazioni internazionali il numero dei morti ha superato quota tremila da quando sette mesi fa sono cominciate le proteste contro il regime di Basher el Assad. Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-Moon, in visita in Libia, è intervenuto sulla situazione in Siria, invitando a fermare "immediatamente" l’uccisione di civili. Per Obama "il presidente Assad ha perso ogni legittimità e non deve fare altro che dimettersi". Il ministro degli esteri francese Alain Juppe in Turchia discute di Siria e la Turchia propone di imporre una no fly zone lungo il cielo sopra Damasco. La Lega araba ha messo gli Assad in quarantena. L’Italia aveva presentato in Parlamento una mozione bipartisan per fermare le violenze dell’oculista più feroce del medio oriente; firmata dal PD, PdL, FLI, Radicali e Lega, grazie al dinamismo dell’onorevole Fiamma Nirenstein (nonostante una gamba fasciata è andata banco per banco tra gli scranni di Montecitorio per raccogliere le firme).
Per di più, da pochi giorni Frattini si è confrontato con Burhan Ghalioun, presidente di turno del Consiglio Nazionale Siriano. Al gruppo degli oppositori di Assad il nostro ex ministro degli Esteri ha confermato “la posizione italiana di coerente e ferma condanna delle violente repressioni attuate da quel Governo” ricordando che l’ Italia “è stato, nell’ agosto scorso, il primo Paese europeo a richiamare per consultazioni il proprio Ambasciatore a Damasco”. Questo, perlomeno, si legge su sito internet della Farnesina.
Eppure, sempre sul sito web della Farnesina, e sempre riguardo la Siria, leggiamo un altro comunicato. In questo si esalta l’orgoglio per la IX Settimana della lingua italiana che si è svolta nella capitale siriana organizzata dall’Istituto italiano di cultura. Una serie di iniziative per “confermare lo spessore del rapporto culturale che lega la Siria all’Italia” e “per consolidare i rapporti di cooperazione con l’Università ed il Conservatorio di Damasco”.
Insomma, per una settimana in Siria, mentre le folle vengono trucidate, l’Istituto italiano di cultura ha organizzato concerti e commemorazioni per il 150esimo anno dell’Unità d’Italia e una serie di concerti presso il Conservatorio di Damasco, nella Residenza dell’Ambasciatore d’Italia e un altro andato in scena al Teatro dell’Opera della capitale. “Entrambi i concerti hanno riscosso molto successo” si legge nel comunicato stampa del ministero e si scopre che il direttore generale della Fondazione Festival Pucciniano, Franco Moretti, sta valutando di portare in Siria un’opera di Puccini. Probabilmente la nuova produzione di Madame Butterfly. Eppure, chissà se Un bel dì vedremo tanti piccoli Pinkerton tornare a chiedere perdono perché sconvolti dal rimorso di aver coperto col tight la politica scorsoia degli Assad?