Record di inquinamento a Venafro, sulla questione dubbi e scontri
01 Dicembre 2011
I dati dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale del Molise parlano chiaro: dall’inizio dell’anno nel centro abitato di Venafro le polveri sottili presenti nell’aria hanno superato per ben 51 volte il livello massimo consentito. In via Colonia Giulia e via Campania, passaggio obbligato per il traffico interregionale, il problema inquinamento è reale. Ogni giorno migliaia di tir transitano in città. In regione nessuno è messo così male.
Quando l’Arpa ha inviato i dati al Comune, ha invitato il sindaco a porre rimedio. Così il primo cittadino, Nicandro Cotugno, lo scorso week end ha firmato un’ordinanza che vieta il transito ai mezzi pesanti in città. Ma la sua decisione ha scatenato una “guerra” istituzionale. Hanno protestato i Comuni limitrofi, sia della provincia di Isernia sia di quella di Caserta: deviando i tir nei loro paesi, hanno fatto notare gli amministratori, il problema di Venafro verrebbe scaricato sulle loro spalle.
Investita del problema, il prefetto facente funzioni di Isernia, Caterina Valente, ha convocato un incontro urgente dell’Osservatorio permanente. Il rappresentante del Governo, pur ritenendo valido l’intento di Cotugno, ha contestato il metodo adottato dal sindaco di Venafro, poiché “ ha omesso di considerare gli effetti che avrebbe prodotto tale deviazione di traffico sui territori circostanti, in assenza di un coordinamento preventivo con gli altri enti coinvolti, tra i quali anche i rappresentanti delle forze dell’ordine, l’Anas e i Comuni limitrofi, anche della regione confinante. Nel corso della discussione è emersa anche la non competenza del sindaco a emettere ordinanze di tal genere su strade non comunali che attraversano il centro abitato”, si legge in una nota del prefetto. Che ha così “invitato” il primo cittadino a revocare il provvedimento. Promettendo, al tempo stesso, la convocazione di un tavolo interistituzionale per affrontare e possibilmente risolvere al più presto il problema.
Ma Cotugno non pare disposto a tornare sui suoi passi. Il sindaco, ieri, ha convocato un incontro con la stampa per dire che intende andare avanti per la sua strada. Ha ringraziato il prefetto per l’impegno mostrato, ma al tempo stesso ha difeso il suo provvedimento. A suo avviso è valido e ha il potere per firmarlo, perché “la tutela della salute dei miei concittadini è prioritaria – ha detto – e a Venafro c’è un’emergenza ambientale, quindi occorre una soluzione subito, non possiamo aspettare mesi per trovare un’alternativa condivisa da tutti”. Ora si attende la contromossa della Valente, che difficilmente accetterà la decisione di Cotugno, a sua volta già pronto a schierare le sue truppe.
In questi giorni i vigili urbani hanno preparato i cartelloni che vietano il transitano ai mezzi pesanti e che indicano i percorsi alternativi. Nelle prossime ore, salvo clamorosi dietrofront (o altre soluzioni, che al momento non si vedono all’orizzonte), la segnaletica dovrebbe essere sistemata agli ingressi della città. “Saranno presidiati dalla polizia municipale”, ha assicurato il primo cittadino di Venafro. Metterli nei paesi limitrofi non è possibile, data la contrarietà degli amministratori comunali. Significa che i tir, una volta arrivati a Venafro, saranno costretti a tornare indietro. Ciò causerà notevoli disagi, al punto che si rischia il caos. Il sindaco ne è consapevole, ma non intende mollare. Vuole eliminare l’inquinamento in centro, ammesso che sia davvero il traffico la fonte principale del problema.
Il dubbio dei cittadini è lecito: nonostante l’apertura della variante esterna all’abitato (il primo lotto dell’autostrada Termoli-San Vittore), che ha ridotto notevolmente il numero di automezzi provenienti o diretti in Campania, gli sforamenti registrati dalle centraline dell’Arpa restano una costante. Anzi, rispetto alla media degli anni precedenti, la situazione sta peggiorando. Basterà completare la futura autostrada del Molise per abbattere le polveri sottili? Certo, riducendo anche il traffico sulla rotta Lazio-Molise-Abruzzo, un miglioramento appare scontato. Ma più di qualcuno scommette che il problema non sarà risolto definitivamente. Nell’area venafrana, sostengono gli ambientalisti, c’è qualcosa che non va. Non lo dicono direttamente, ma fanno capire che qualche dubbio sull’attività di alcune aziende della zona ce l’hanno eccome.
Anche le notizie diffuse nei mesi scorsi fanno riflettere: in due capi di bestiame di altrettanti allevamenti della zona sono state riscontrate tracce di diossina al di sopra della soglia massima consentita. Né mancano i dubbi sull’aumento di alcune malattie. Nei mesi scorsi, grazie al pressing delle minoranze consiliari e del comitato “Mamme per la salute”, il Comune ha avviato il progetto che dovrebbe portare all’istituzione dei cosiddetti “medici sentinella”: avranno il compito di capire se l’insorgere e il moltiplicarsi di alcune patologie sia o meno conseguenza diretta dell’inquinamento. Negli ultimi tempi l’unica buona notizia è arrivata dal Tar del Lazio: l’accoglimento di un ricorso presentato dalla Regione Molise e da altri enti locali ha di fatto bloccato il progetto che prevedeva la realizzazione di una centrale turbogas sulla piana di Venafro. Un’altra, però, potrebbe essere costruita a Presenzano, in Campania. A pochi chilometri da Venafro. I cittadini sono pronti a innalzare nuovamente le barricate. In attesa di una nuova battaglia – sia legale sia in piazza – gli ambientalisti chiedono alle istituzioni dati certi sulle emissioni di alcune realtà produttive. Quelli circolati negli ultimi anni – dicono – non convincono affatto.