Tangentopoli, il lato oscuro della fine della Prima Repubblica vent’anni dopo

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Tangentopoli, il lato oscuro della fine della Prima Repubblica vent’anni dopo

12 Febbraio 2012

Nella guerra chirurgica di Tangentopoli da cui uscirono salvi i dirigenti del Pci-Pds Occhetto e D’Alema, il militante comunista Primo Greganti avrebbe scontato in silenzio tre mesi di carcere solo per non rivelare di aver acquistato una casa con pagamento ‘in nero’ e non per nascondere un finanziamento illegale al suo partito.
 
E’ questa una delle tante incongruenze sottolineate, a vent’anni dall’arresto di Mario Chiesa, nel libro Tangentopoli (ed. Rubbettino) da Tiziana Maiolo, che ricorda quanto avvenne nel maggio del 1995, quando il Ministro di giustizia Filippo Mancuso, nel corso di un’ispezione ai magistrati del pool di Milano, scoprì un episodio inedito e sconvolgente. Si trattava della testimonianza che provava come ci fosse stato ‘rifiuto da parte di un qualificato esponente della Procura, a ricevere un rapporto che un ufficiale della guardia di finanza avrebbe dovuto depositare?

Perché era importante quel rapporto che qualcuno non volle ricevere? Perché avrebbe dimostrato in modo inconfutabile l’impossibilità per Greganti di partire una mattina per Lugano, prelevare i soldi dal famoso conto ‘gabbietta’, partire per Roma e firmare dal notaio l’acquisto di una casa alle 9,30 del mattino. Se questo era impossibile, dove erano allora finiti quei soldi? Magari nelle casse del suo partito, il Pci-Pds? La storia finì così: il pool si salvò dall’ispezione e il ministro Mancuso fu costretto alla dimissioni in seguito alla mozione di sfiducia presentata dagli eredi del Pci-Pds.
    
Il libro di Tiziana Maiolo "Tangentopoli" esce a vent’anni dall’arresto di Mario Chiesa. Dall’inizio di quella stagione politica  e giudiziaria che ha cambiato definitivamente il volto del Paese e decretato la morte della Prima Repubblica.