Lo Stato di polizia fiscale del governo Monti sta erodendo le nostre libertà

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Lo Stato di polizia fiscale del governo Monti sta erodendo le nostre libertà

27 Aprile 2012

Il governo dei tecnici, sceso in cinque mesi a livelli di impopolarità imbarazzanti posto che era stato chiamato a raddrizzare i conti economici del Paese, si affida all’ultima risorsa disponibile da parte di coloro che falliscono la missione che si sono data o che gli è stata assegnata. Mostrare indifferenza per i bisogni della gente e caricare la comunità nazionale di pesi tali da essere insopportabili. Chi non si adegua ne subirà le conseguenze. E’ l’anticamera dello Stato di polizia. Ed ha perfettamente ragione Piero Ostellino nel sostenere che il governo Monti si ispira ad “un regime totalitario di socialismo reale”. Non diversamente, nella sostanza, di quanto avveniva nella Ddr, al netto delle brutalità del regime, com’è ovvio.

L’editorialista ed ex-direttore del Corriere della sera ha affidato la sua denuncia di liberale indignato al Foglio ed ha rincarato la dose in un’intervista a Libero nella quale, tra l’altro, sostiene: “Io lavoro per il Corriere e in cambio del mio lavoro percepisco uno stipendio. Se alla fine del mese mi mancano i soldi, non vado dall’amministratore a chiederne altri, me li faccio bastare. Il governo, se a luglio scopre che quanto ha incassato con l’Imu non basta, aumenta la tassa. E’ una cosa giuridicamente improponibile, politicamente vergognosa. E moralmente è una schifezza”.

Ineccepibile. Così come la sua denuncia più “politica”. Ostellino, infatti, rincara la dose e dice: “Quello che sta succedendo in Italia è che, per via fiscale, ci stanno requisendo le libertà civili. Hanno cominciato coi rendiconti bancari: ogni anno le banche manderanno i rendiconti di ciascun italiano all’Agenzia delle entrate. Ora ci sono controlli sulle utenze telefoniche. Questa è un’invasione nella vita degli italiani”.

Insomma, si sta riproponendo in Italia, morbidamente, nell’indifferenza dei più purtroppo, una tragedia i cui contorni non sono ancora percepibili dalla maggioranza dei nostri connazionali: l’intromissione nelle “vite degli altri” per via fiscale; una rimodulazione dello Stato di polizia dedito al controllo delle private esistenze cui non fa mancare, sempre con lo strumento della tassazione, il peso del suo tallone introducendo, per esempio, la doppia tassazione per chi possiede una casa all’estero e già paga nel Paese dove si trova le imposte dovute: se non frutta un reddito, per quale motivo deve ripagare quella tassa anche in Italia? E’ un modo illiberale per costringere gli italiani a non avere nulla, neppure per il proprio piacere, fuori dai confini nazionali. Un bel modo d’intendere la libertà di circolazione di merci e persone, oltre che di favorire l’integrazione tra cittadini ormai internazionalizzati.

Il governo tecno-burocratico, algido come un Leviatano, impietoso come un gabelliere settecentesco, sta riducendo i nostri spazi di libertà. E non si avvede dell’imbecillità di tale ottuso atteggiamento che non soltanto irrita i “sudditi”, perché tali sono considerati i cittadini, ma acuisce un odio sociale le cui conseguenze i professori rimpannucciati nelle loro toghe accademiche non riescono neppure lontanamente ad immaginare.

Del resto sono stati chiamati al capezzale della Repubblica per fare il lavoro sporco. E lo stanno facendo egregiamente. I partiti ritengono, così, di essersi salvati l’anima, ma non sanno che la gente ormai li accomuna ai professori allineati e coperti ai diktat francofortesi e berlinesi. Se avessero una minima consapevolezza di quel che sta accadendo, le forze politiche che sostengono Monti gli farebbero osservare che c’è un limite a tutto ed è già stato ampiamente superato. Altro che prendersela con Grillo. L’antipolitica è figlia legittima della cattiva politica. Se ne facciano una ragione ABC ed il resto dell’alfabeto partitico.

Lo Stato di polizia che si attiva attraverso la leva fiscale e con la decretazione della fine del segreto bancario, uno dei caposaldi dei sistemi liberali, ritiene di avere il potere (ovviamente recisamente negato) di ridurre in miseria gli italiani per rispettare un patto sottoscritto con i burocrati europei, incurante del malessere che produce oltre all’impoverimento che stabilizza: gli stipendi medi da noi sono i più bassi dell’Unione.

Tasse e spionaggio. E’ questo il bilancio degli illuminati gestori della cosa pubblica? La distanza tra i cittadini ed il potere non è mai stata così ampia. Se ne rendano conto tutti, prima che sia troppo tardi.