La beneficenza di Celentano “tra la promessa e l’inganno”
04 Aprile 2012
A essere sinceri, a noi qualche dubbio su ‘sta storia della beneficenza era venuto. E a distanza di mesi, le polemiche delle ultime ore quel dubbio ce l’hanno risvegliato. Vi ricordate quando poco prima che iniziasse il festival di Sanremo si era sollevato un gran polverone sul più che generoso compenso (si parlava di 300.000 euro a puntata) che Adriano Celentano avrebbe ricevuto – tra attese messianiche, prove blindate e richieste stravaganti – per la sua super ospitata alla kermesse canora? Al tempo, per calmare le acque, il Molleggiato si affrettò a specificare: “Tranquilli, non mi intascherò neppure un euro, darò tutto in beneficenza”.
Bene, da fine gennaio ad aprile, di settimane ne sono passate parecchie e di quei fantomatici soldi non se ne vede ancora l’ombra. Così il sindaco di Roma Gianni Alemanno ha richiamato all’attenzione l’ex ragazzo della via Gluck sul danaro promesso a due famiglie disagiate della Capitale. In una lettera datata 30 marzo 2012, infatti, il Campidoglio chiede all’ufficio marketing dell’artista “con cortese urgenza, informazioni sulla materia così da poterle tra l’altro immediatamente trasferire ai soggetti interessati”. Perché si tratta di “soggetti che versano in gravissime condizioni di indigenza e che sono stati già informati del gesto di grande solidarietà” volontariamente promesso da Celentano.
Il clan celentanesco, sentendosi sacrilegamente messo in discussione, ha subito messo le mani avanti passando la patata bollente a qualcun altro. “La Rai non ha ancora pagato. Appena riceveremo i soldi, ne daremo tempestivamente notizia ai Comuni interessati”, così tentano di cavarsela il Molleggiato e il suo staff, dopo aver fatto orecchie da mercante alle altre sollecitazioni capitoline.
La lettera dell’altro giorno, infatti, non era di certo la prima inviata dal Comune all’amministrazione Celentano per “monitorare” l’andamento dell’offerta in beneficenza promessa dal cantante, ma – udite, udite – la terza dopo quelle del 3 e del 14 febbraio scorso che non avevano ricevuto alcuna risposta, come testimonia il Campidoglio: “E’chiaro che i destinatari, una famiglia numerosa e una coppia mista, lei egiziana, lui italiano, che versano in gravissime condizioni di indigenza, ci hanno chiesto più volte quando sarebbero arrivati questi aiuti ma non abbiamo mai avuto alcuna risposta”. Alla faccia della benevolenza e della carità!
Va bene che siamo in un periodo di piena crisi economica e a volte i pagamenti tardano ad arrivare. Ma che in questo caso sia ‘la beneficenza’ a essere insolvente? Staremo a vedere cosa succederà e se il Comune di Roma sarà costretto a mandare ancora (a vuoto) letterine di richiamo. Sempre, e ripetiamo sempre, sperando che il Molleggiato “fra la promessa e l’inganno” – come lui stesso cantava in Io sono un uomo libero – non ci abbia fatti tutti fessi…