“Non staccheremo la spina a Monti. L’egoismo non paga, prima il Paese”

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“Non staccheremo la spina a Monti. L’egoismo non paga, prima il Paese”

“Non staccheremo la spina a Monti. L’egoismo non paga, prima il Paese”

09 Maggio 2012

Rafforzare i poteri di Angelino Alfano e non allentare il sostegno all’esecutivo Monti. Dopo la "grande batosta", Gaetano Quagliariello, vicepresidente dei senatori Pdl, indica al suo partito la strada della responsabilità: "E’ l’unica possibile, una forza politica che ha ambizioni di governo non può portare il Paese sull’orlo del baratro per guadagnare un consenso di breve durata. La tentazione dell’egoismo deve essere scacciata".

Passate 24 ore dallo choc, l’analisi del voto ha sfumature meno dure?
"Eravamo il primo partito e ora siamo il secondo, e in alcune città c’è stata una vera e propria débacle. Ma il Pdl nel complesso tiene, e poi a molti sfugge un dato essenziale…".

Quale?
"Il Pd ha potuto riproporre la coalizione con Idv e Sel pur avendo rotto a livello nazionale, a noi questo non è stato concesso dalla Lega. Dove è accaduto, come a Gorizia, abbiamo vinto".

Da cosa deve ripartire il Pdl?
"Dalle idee, da un finanziamento alternativo a quello pubblico e dai nuovi media. L’era della politica televisiva è finita".

È la linea-Alfano. Eppure il segretario è aggredito da decine di visioni politiche divergenti…
"Quella di Angelino è l’unica linea possibile. Non sta né in cielo né in terra mettere in discussione una persona che con coraggio ha preso in mano il Pdl nel suo momento più difficile. Perciò propongo una moratoria: basta dichiarazioni, esternazioni, attacchi e tiratine per la giacca. Il manovratore deve essere uno solo. Non possono essere in dieci a guidare l’omnibus…".

La prima vittima delle amministrative è la legge elettorale?
"Le leggi elettorali non sono la biancheria intima, che si cambia tutti i giorni. La bozza a cui lavoravamo metteva al centro i partiti e cercava di costruire un bipolarismo nuovo, ma è evidente che non ha retto allo stress-test delle amministrative. Lo sbarramento al 5 per cento, ad esempio, non eviterebbe la frammentazione. I due grandi partiti, poi, sono diventati medi, e non assicurano la governabilità. Ci vuole una pausa di riflessione".

Addio alla riforma?
"No, anzi, bisogna metabolizzare il risultato e ripartire in fretta. D’altra parte con il Porcellum, oggi, avremmo la negazione del bipolarismo: da una parte la foto di Vasto, dall’altra tante piccole coalizioni-bonsai a dividersi la minoranza".

È un messaggio ai suoi compagni di partito che correrebbero al voto con l’attuale sistema?
"Ce ne sono alcuni per cui il bipolarismo è diventato una litania, ‘dacci oggi il nostro bipolarismo quotidiano’. Non basta invocarlo perché accada, né ci sono leggi elettorali che possano predeterminarlo. Forse dimenticano che per il bipolarismo di coalizione c’è bisogno di alleanze".

Che ora non ci sono…
"La priorità non è rincorrere i partiti ma unire gli elettori moderati. Altrimenti accadrà come in Francia, dove la sinistra vince anche se è minoranza nel Paese".

Che dice del doppio turno proposto dal Pd?
"Viene prima la politica. Se si appianano i problemi m casa moderata potremmo prenderlo in considerazione. Se restiamo soli, è inaccettabile".

La spaventa Grillo?
"Non dobbiamo inseguire l’antipolitica, ma perseguire la buona politica. E chi oggi vuole fare la buona politica deve risolvere un problema ben più serio di Grillo…".

Cioè?
"La crisi dell’Europa mette i grandi partiti nazionali di fronte ad una scelta: essere responsabili perdendo voti o inseguire convinzioni e convenienze mettendo a rischio la tenuta dello Stato".

Voi cosa farete?
"Il Pdl è una grande forza nazionale, non può cedere all’egoismo e nemmeno gli converrebbe. Chi infatti stacca la spina a Monti guadagna nell’immediato ma è destinato ad assumersi la responsabilità dell’acuirsi della crisi, della perdita definitiva di fiducia a livello internazionale e della difficoltà a piazzare il debito".

Parla agli "antiMonti" del suo partito?
"Dico loro che dobbiamo trovare una sintesi tra responsabilità e convinzione. Questa è la sola convenienza per il Pdl".

(tratto da Avvenire)