L’Aquila ricorda il sisma, da Napolitano appello per la ricostruzione
06 Aprile 2012
di V. F.
A chiederlo è anche il capo dello Stato. Giorgio Napolitano, che in un accorato appello nella toccante ricorrenza del terremoto che il 6 aprile del 2009 ha distrutto l’Aquila, ha scritto una lettera al sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, e al presidente della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi. Sente il dovere di lanciare un appello Napolitano: “per una sempre più proficua collaborazione tra i diversi livelli istituzionali, il mondo produttivo e le varie componenti della società civile affinché ne venga un impulso decisivo al processo di ricostruzione”.
E la sfida è subito raccolta da Chiodi, che assicura che la priorità dei prossimi mesi sarà quella della ricostruzione dei centri storici, tenendo presente che “la stessa sarà possibile perché la popolazione, per la stragrande maggioranza, è al sicuro nel progetto CASE e che la responsabilità di tale processo è nelle mani esclusive dei sindaci e, per la parte più rilevante, del sindaco del Capoluogo”. Parla da Commissario delegato per la Ricostruzione, Chiodi, che aggiunge: “Molti dicono la loro opinione sullo stato della ricostruzione. Spesso citando erroneamente esempi di altre tragiche esperienze. Molti altri guardano la situazione attraverso lenti deformate dalla strumentalizzazione, giustificata da ogni sorta di intenzione. Tutti gli attori istituzionali, da quelli locali a quelli nazionali, hanno avuto come principale obiettivo – continua – quello della ricostruzione del centro storico della città, simbolo della cultura e della storia di questa terra. Così, gli alloggi del progetto CASE, sono state solo un mezzo per arrivare al fine di riavere ricostruito il centro storico”.
“Sperimentare questo nuovo modello di gestione abitativa – ha proseguito – ha significato venire incontro alle difficoltà che la città si è trovata ad affrontare con una seria emergenza abitativa dopo gli ingenti danni provocati dal sisma, con abitazioni costruite secondo standard qualitativi elevati e norme antisismiche, a costi relativamente contenuti. A tutti, anche a chi oggi la critica, era sembrata allora la soluzione più adatta e rispondente alle effettive necessità post terremoto, coscienti che il recupero delle abitazioni private avrebbe richiesto tempi medio lunghi. In tale processo, giustamente, i sindaci, con in prima fila il primo cittadino aquilano, sono stati tra i sostenitori della scelta di consegnare la responsabilità della ricostruzione dei centri storici ai sindaci, quindi ai cittadini di ogni paese e città del cratere. Ciò è avvenuto per il terremoto del Friuli, difficilmente paragonabile alla situazione abruzzese, dove i sindaci hanno predisposto tutti i piani di ricostruzione tra la fine del 1979 e i primi mesi del 1980: oltre tre anni dopo il terremoto del 1976”.
Di qui l’augurio che per l’Abruzzo si riesca a fare meglio, utilizzando lo strumento dei piani per restituire ai cittadini territori pronti a cogliere la sfida del prossimo decennio. “A tre anni dal sisma – prosegue il Commissario Chiodi – oggi si vede l’avvio della ricostruzione pesante. La ricostruzione privata fuori dai centri storici, invece, può dirsi sostanzialmente conclusa, ed ha permesso il rientro a casa di oltre 34.000 persone. E in queste settimane si stanno aprendo, in modo significativo, i cantieri per la riparazione degli edifici gravemente danneggiati fuori dai centri storici”.
Dati che fanno ben sperare. Ma non è tutto, perché entro settembre prossimo è prevista l’attivazione di oltre 9.000 cantieri della ricostruzione privata pesante, consentendo entro il 31 dicembre 2012 il rientro di altre migliaia di persone nelle loro abitazioni. Infine, un’altra scadenza, quella dell’estate, entro la quale, secondo Chiodi, sarà approvata la maggior parte dei Piani di Ricostruzione. “Il lavoro ancora da fare – conclude – è molto, ma dobbiamo lavorare tutti verso un comune obiettivo per la rinascita dell’Aquila che può e deve rappresentare un formidabile volano per l’intero Abruzzo”.