La perdita di valore delle case potrebbe mettere in crisi il sistema creditizio

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La perdita di valore delle case potrebbe mettere in crisi il sistema creditizio

10 Maggio 2012

Il sistema creditizio italiano è oggi il più solido al mondo, in quanto è stato finora il meno esposto a rischi. Le banche italiane hanno sempre erogato crediti a fronte di garanzie ritenute sicure: mobiliari o garanzie reali, ovvero immobiliari.

Le prime consistono in pegni su titoli oppure in mandati a vendere su depositi titoli. Con questa forma di garanzia, la banca tutela il proprio rischio individuando dei titoli finanziari come garanzia del credito erogato; il possessore dei titoli autorizza in questo modo l’istituto finanziario a vendere in qualsiasi momento le azioni o le obbligazioni detenute. Al fine di recuperare il proprio credito, solitamente le banche deliberano la vendita dei titoli ed estinguono i crediti quando il valore del deposito diventa inferiore al 130% del credito.

La parte più consistente degli impieghi bancari, ovvero dei crediti, viene erogata a fronte di garanzie ipotecarie su immobili, il cui mercato in Italia presenta un caratteristica molto importante: il valore duraturo. Chiunque abbia acquistato casa negli ultimi quaranta anni, si sarà imbattuto in esperti del settore che hanno sempre parlato della rivalutazione costante degli immobili, che non hanno mai perso valore e che si rivalutano sempre. Sebbene ciclicamente si sia registrata una lieve flessione dei volumi di vendita e l’inflazione abbia superato l’incremento dei prezzi, questi ultimi non sono quasi mai diminuiti e gli istituti di credito hanno sempre privilegiato l’erogazione di crediti con garanzie ipotecarie, ben sicuri di recuperare tutto: capitale, interessi e mora. Un vero affare per le banche, che nel frattempo si tutelano di fronte al rischio sul fabbricato con apposite polizze (incendio, danni, ecc.), ovviamente a carico del cliente.

Talvolta vengono concessi crediti a fronte di fidejussioni, ovvero garanzie personali; significa che la banca potrebbe rivalersi sui beni personali del fidejussore. Viene accettata questa forma di garanzia solo quando si ritiene che il fideiussore disponga di un buon patrimonio personale, ovvero sia proprietario di immobili.

Le recenti leggi in materia fiscale, come l’introduzione di un’imposta sugli immobili, denominata Imu, che viene applicata anche sulle prime case, hanno minato il terreno delle vendite, generando una forte contrazione della domanda e un aumento dell’offerta con l’inevitabile conseguenza della diminuzione del valore immobiliare. Siamo ad un punto di svolta dell’economia italiana. Per la prima volta assistiamo alla perdita di valore delle case, che rappresentano l’unica certezza, il vero pilastro su cui si fonda l’economia italiana. L’Italia non è l’Inghilterra, né l’America, né la Germania. In Italia l’impresa con i conti in rosso non ha mai destato preoccupazioni per le banche se il valore del capannone fosse anche di un solo euro superiore al valore complessivo dell’esposizione creditoria nei confronti di quel cliente. Vale a dire che il patrimonio immobiliare ha sempre rappresentato la massima garanzia per qualsiasi creditore. Questo concetto è ben noto a Palazzo Grazioli, quartier generale berlusconiano; il noto slogan “aboliremo l’ici” pronunciato da Silvio Berlusconi durante il dibattito con il favorito, Romano Prodi, nel 2006 è riecheggiato come il grido di battaglia di un comandante che in un solo istante è riuscito ad attrarre il voto di milioni di proprietari di casa.

In Italia oltre l’80% delle abitazioni è di proprietà, in Germania e in Francia il dato è quasi dimezzato. Quando nel 2008 Berlusconi ha vinto le elezioni ed è giunto a palazzo Chigi, oltre ad abolire l’ici per tutte le prime case, ha liberalizzato e condonato diversi lavori edili, rilanciando l’edilizia e incrementando il valore degli immobili. A fine 2008 è iniziata una grave crisi del sistema finanziario occidentale e l’Italia è stato l’unico Paese in cui le banche non hanno patito particolarmente, in quanto la solidità del valore degli immobili è stato il pilastro su cui si è poggiato il sistema creditizio del Belpaese. Dal 2012 gli Istituti di credito dovranno far fronte alla riduzione del valore degli immobili oggetto di garanzia. Verranno sicuramente contratti i crediti e si comunicherà agli imprenditori una riduzione degli affidamenti. Ovviamente in tempo di crisi economica questo può comportare il fallimento di  numerose imprese, che determinerà consistenti perdite per le banche. Potrebbe essere la fine della solidità del sistema creditizio italiano.