Noi giovani a scuola di politica per imparare il valore della partecipazione
18 Maggio 2012
Non è esagerato parlare di emozioni quando si tratta di costruire il proprio cammino giorno dopo giorno, passo dopo passo, con tanti sforzi ma anche altrettante soddisfazioni. In questa circostanza vogliamo rendere conto, il più semplicemente possibile, dell’inizio di questo nostro viaggio e della sua importanza.
Eccoci qua, dunque, a fare un bilancio del primo giorno della Spring School di Magna Carta, il Corso di Alta Formazione politica rivolto a noi giovani. Difficile raccontare tutto in poche righe, visti i numerosi spunti per il dibattito e le tante prospettive emerse nel corso di questa intensa giornata.
Tra gli interventi che più ci hanno affascinato, non possiamo non iniziare da quello di Erminia Mazzoni, europarlamentare Pdl-Ppe, colei che, tra l’altro, ha messo in piedi questa Scuola di formazione ed è la prima a crederci e ad investirci. “Ognuno di noi – ha esordito – deve prendere atto che la vita deve essere vissuta e non sfogliata come un semplice calendario”. Da qui il messaggio, appassionato, rivolto a noi giovani: “la politica sceglietela, cambiatela, ma abbiate sempre la consapevolezza che dovete comunque esserci”. Partecipazione, dunque, la parola chiave, in un momento nel quale l’antipolitica è alle stelle e in molti, soprattutto tra le nuove generazioni, hanno perso la speranza e la voglia di poter mettere le proprie competenze a servizio del bene comune.
Di questa prima giornata ricorderemo, sicuramente, anche le parole del professor Roberto Virzo, la cui presenza è stata davvero molto utile per una ricapitolazione di concetti fondamentali del diritto dell’Unione Europea, per averci ricordato i vari cambiamenti avvenuti con il Trattato di Lisbona ma, soprattutto, per aver pensato a un approfondimento rivolto alla diversa preparazione di noi ragazzi: già, perché nel gruppo degli studenti della Spring School ci sono ingegneri, scienziati politici, antropologi e via dicendo, uniti nonostante gli ambiti diversi di provenienza dalla passione per la politica.
E che dire del professor Francesco Tufarelli, che è riuscito ad uscire dagli schemi della classica lezione frontale, è partito dai punti su cui si è fondata l’UE e allo stesso tempo ci ha fatto notare che questi stessi punti rappresentano anche, per certi versi, i maggiori punti di debolezza. Un paradosso che, se si vuole continuare a credere e investire nell’Europa, dovrà per forza di cosa essere sciolto.
La giornata però non è stata solo studio e formazione, ma anche un momento per stare insieme, fare nuove amicizie, scambiare un po’ di chiacchiere con tanti ragazzi, che condividono tutti le stesse idee e gli stessi valori. E anche, inutile dirlo, il sogno di una borsa di studio per il Parlamento europeo. E’ con la buona competizione, del resto, che si tirano fuori i risultati migliori.