Bufera calcioscommesse: ha ancora senso parlare di sport?

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Bufera calcioscommesse: ha ancora senso parlare di sport?

29 Maggio 2012

Associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Ovvero, risultati ‘combinati’ in cambio di denaro; un network criminale transnazionale capace di estrinsecarsi grazie alla fondamentale attività di alcuni calciatori italiani. E’ questa l’ipotesi accusatoria della Procura di Cremona. In questo senso, il Gip Guido Salvini, nell’ambito dell’inchiesta sul calcioscommesse coordinata dal procuratore Roberto Di Martino, ha emesso 19 provvedimenti restrittivi della libertà personale: manette per Stefano Mauri, centrocampista della Lazio, e Omar Milanetto, ex Genoa ora in forza al Padova in Serie B. Arrestati anche Matteo Griffi (Albinoleffe) e Andrea Soncin (Ascoli). Iscritto nel registro degli indagati Domenico Criscito, difensore dello Zenit San Pietroburgo, anch’egli, come Milanetto, per le presunte frodi del periodo genoano.

Una partita su tutte: Lazio – Genoa 4-2 del 14 Maggio 2011. Gli inquirenti, al riguardo, hanno prodotto alcune fotografie di un incontro avvenuto in un noto ristorante di Genova, l’Osteria del Coccio. Un ‘summit’ a cui parteciparono, assieme a Criscito, l’attaccante del Genoa Giuseppe Sculli (nei suoi confronti il Gip non ha disposto l’arresto nonostante la richiesta del procuratore Di Martino, ndr), il pregiudicato bosniaco Safet Altic, Kujtim Qoshi, malavitoso albanese legato ad Altic, e un ultras genoano, Massimo Leopizzi, già resosi ‘celebre’ per le gesta del 22 Aprile scorso, quando allo Stadio Luigi Ferraris durante Genoa – Siena, tenne in ostaggio – grazie al sodalizio con altri 200 tifosi – i suoi (in quel momento ex) benianimi, ritenuti indegni – visto il momentaneo 0-4 e la Serie B a un passo – di vestire la maglia del Vecchio Grifone. Un incontro, secondo gli inquirenti, propedeutico alla messa a punto della combine tra Lazio e Genoa della domenica successiva.

Anche Antonio Conte, allenatore della Juventus Campione d’Italia 2011/2012 nonché tecnico del Siena nella stagione precedente, la 2010/2011, risulta tra gli indagati. Nel merito, è Siena – Novara 2-2 del 30 Aprile 2011 ad essere finita sotto la lente d’ingrandimento della procura di Cremona. Secondo le rivelazioni dell’ex calciatore senese Filippo Carobbio – già arrestato il 19 Dicembre 2011 nel corso della prima tranche dell’inchiesta – Antonio Conte si sarebbe speso in prima persona in vista del raggiungimento dell’accordo con il Novara per il pareggio. “La reazione di Conte è quella di una persona completamente estranea e fortemente determinata a dimostrare la sua totale estraneità ai fatti contestati”, ha dichiarato l’avvocato del tecnico della Juventus, Antonio De Rencis. Il legale ha così voluto ribadire l’assoluta estraneità del suo assistito rispetto ai fatti. Tuttavia, non poche ombre continuano a rimanere sul tappeto: oltre a Siena – Novara, infatti, altre "sette/otto" partite del Siena sarebbero tuttora al vaglio degli inquirenti.

Immediate le reazioni delle istituzioni, sportive e non. Il Coni, in una nota, ha immediatamente manifestato “il più totale apprezzamento e ringraziamento ai magistrati e alle forze di Polizia che con le loro azioni sicuramente aiuteranno il mondo del calcio a far pulizia di personaggi che con subdoli comportamenti illudono i tifosi e nello stesso tempo ingannano i loro sentimenti, confermando la decisa volontà affinché certi comportamenti illeciti vengano sanzionati senza indugio e con la massima severità, applicando tutte le norme attualmente in vigore”. Il vice-presidente della Federcalcio Demetrio Albertini, invece, si è detto “sicuro dell’innocenza di Domenica Criscito”. Il difensore dello Zenit, in un primo momento, era tra i convocati per la spedizione italiana agli Europei di Polonia e Ucraina, ora è stato escluso dalla lista degli Azzurri a seguito di una decisione congiunta di Federcalcio e Ct della Nazionale, Cesare Prandelli.

Il ministro per gli Affari Regionali, il Turismo e lo Sport Piero Gnudi ha voluto commentare gli ultimi sviluppi delle indagini: “È necessario, in queste fasi, lasciare che il lavoro della giustizia si sviluppi nel modo più possibile rapido ed efficace. Se le accuse troveranno conferma non potremo che ribadire quanto più volte da noi espresso e cioè che queste pratiche criminali debbono essere contrastate con la massima fermezza e severità”, è stato il commento di Gnudi. "Queste pratiche criminali – ha proseguito il ministro – non hanno nulla a che vedere con lo sport e con l’impegno, il sacrificio e l’abnegazione di quelle centinaia di migliaia di persone che si dedicano in modo volontario ed onesto alla pratica sportiva e alla diffusione dei suoi valori essenziali".

Insomma, al di là dei risvolti giudiziari della vicenda, e fermo restando l’applicazione del sacro ed inviolabile principio della presunzione di non colpevolezza nei confronti di chiunque, le notizie provenienti da Cremona rappresentano l’ennesimo pessimo spot per il calcio italiano. Ora ci saranno i processi (sportivi e ordinari) e le eventuali sanzioni. Anche se, oramai, ciò che conta realmente è la (probabile) sempre più radicale disaffezione di moltissimi appassionati nei confronti dello sport più bello del mondo.