Il terremoto in Emilia riapre la ferita. Ma criticare le istituzioni dopo il sisma dell’Aquila è demagogia

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Il terremoto in Emilia riapre la ferita. Ma criticare le istituzioni dopo il sisma dell’Aquila è demagogia

05 Giugno 2012

La terra ha ricominciato a tremare, ancora una volta senza avvisaglie né pietà, seminando terrore e distruzione e riaccendendo negli animi il triste ricordo del sisma che tre anni fa ha devastato l’Aquila e puntato i riflettori di tutto il mondo sull’Abruzzo. In momenti drammaticamente imprevedibili come questi, non si può restare inermi ad osservare, come semplici spettatori di un film, i fotogrammi di vite umane strappate via in una manciata di secondi, di macerie di case, monumenti, di millenni di storia che vanno in frantumi, di espressioni di sgomento sui volti della gente sopraffatta dal terrore e dalla consapevolezza che  quella scossa potrebbe essere solo l’inizio di una fase irreversibile.

Si perché nulla è più lo stesso dopo un terremoto. I danni non solo sono quelli visibili ad occhio nudo, le ferite più profonde sono quelle morali, psicologiche, quelle del cuore, questo gli abruzzesi lo sanno bene. Gli aquilani che hanno patito sulla propria pelle uno dei terremoti più violenti e devastanti degli ultimi decenni che ha sfigurato le sembianze  di una città che fino a qualche attimo prima era un vero e proprio museo sotto le stelle. Intervenire concretamente con gesti di solidarietà a sostegno dei fratelli dell’Emilia e del Mantovano, questa la scelta più giusta. In emergenze come l’attuale, è il minimo che si possa fare perché insieme è più facile reagire ed esorcizzare la paura che altrimenti paralizza.

A sfatare le innumerevoli polemiche apparse su carta stampata e teleschermi negli ultimi giorni, il Governatore della Regione Abruzzo, Gianni Chiodi, Commissario delegato per la Ricostruzione dell’Aquila, ha indirizzato una riflessione ai media. Le critiche inopportune e pretestuose che aleggiano sulla ricostruzione del capoluogo abruzzese ed additano la fase post-sismica quale esempio di negatività, sono solo frutto di schermaglie politiche e contrapposizioni ideologiche, e non hanno nulla a che vedere con l’auspicata rinascita dell’Aquila. "In questi giorni di profondo dolore per le popolazioni dell’Emilia e del Mantovano, cui va tutta la nostra solidarietà e vicinanza – ha esordito Chiodi – leggo e sento con stupore, da giornali e tv, che la gestione del post sisma all’Aquila è un esempio di negatività. Trovo queste affermazioni estremamente ingenerose, nei riguardi di chi ha speso tante energie, ed affatto veritiere”.  Il governatore sottolinea come l’epicentro del sisma di quel tragico 6 aprile fosse poco distante dal centro storico, che ne uscì completamente in frantumi e quanto l’impeto distruttivo che ha travolto l’Aquila fosse di entità quasi imparagonabile.

“Non solo quanto a danni materiali e morali – puntualizza Chiodi – ma anche per efficienza ed efficacia della governance dell’emergenza, dell’assistenza e della ricostruzione”.Talvolta fa comodo alimentare il fuoco di sterili ed inutili polemiche per gettare un velo di confusione che oscuri la valenza di scelte e decisioni politiche messe in campo responsabilmente e con tempestività per fronteggiare un’emergenza. “Tutto è avvenuto vigilando sulla legalità e la trasparenza delle procedure, arginando e neutralizzando qualsiasi tentativo d’infiltrazione malavitosa – tiene a specificare il governatore. Spesso e volentieri si sente citare il caso del Friuli come esempio di best – practice, senza considerare che lì l’avvio della ricostruzione ha impegnato una tempistica maggiore, mentre l’Abruzzo ha accelerato i tempi. Lavorando sodo, si è potuta avviare la ricostruzione pesante e del centro storico ed ora il regime del commissariamento ha esaurito i suoi compiti di pianificazione, progettazione ed indirizzo e si avvia verso la  sua fase conclusiva. Saranno gli enti locali a riportare in vita il patrimonio immobiliare di città, paesi e borghi amministrati, e ridare un’identità alla propria comunità, ma il grosso è già stato fatto.

“Come presidente della Regione Abruzzo, come Commissario delegato per la Ricostruzione, interpretando la forza d’animo, la determinazione, l’orgoglio degli abruzzesi e degli aquilani, non posso accettare che si venga additati come esempio da non seguire. Da noi- aggiunge ancora Chiodi – sono stati impegnati esperti, studiosi, professionisti ed imprenditori seri ed altamente competenti e gli alti standard tecnici raggiunti hanno suggerito, in occasione di altre calamità nel mondo, di emularci. L’Aquila, nella sua storia millenaria, è stata più volte ferita e si è  sempre risollevata, tornando a vivere. Lo sta facendo anche ora. Non aiutata, in questo, da chi, strumentalmente, per mera vocazione distruttiva, cerca di minimizzare il successo del nostro processo di rinascita. Alla popolazione dell’Emilia saremo vicini col cuore e con tutti i mezzi possibili, dimostrando sul campo che la nostra, valida, esperienza può essere di vero aiuto e supporto. Auspichiamo altresì che il sistema Paese sostenga i singoli, le famiglie, il sistema produttivo locale. Come finora è stato fatto con noi. Tutti, indistintamente, siamo chiamati a fare la nostra parte. Le polemiche sterili, fini solo all’impatto mediatico, amplificano solo gli effetti del terremoto. Evitiamole per favore! ".