Iorio azzera tutto e riparte dal basso: “serve un patto con gli elettori”

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Iorio azzera tutto e riparte dal basso: “serve un patto con gli elettori”

04 Luglio 2012

“Prima il Molise e poi la politica, perché questa politica è destinata a finire, mentre il Molise deve continuare ad esistere ”. Ha esordito così il presidente Michele Iorio davanti ad una platea che forse nemmeno lui attendeva così numerosa. Millecinquecento coloro che con macchine e pullman sono arrivati a Colle d’Anchise. Tanti gli amministratori e i politici – tra cui però ci sono state anche assenze eccellenti – ma soprattutto tantissima gente comune. Polo azzurra e pantalone blu, il governatore ha scelto il look casual per la tanto attesa convention di Piana dei Mulini, annunciata negli ultimi giorni con messaggi e proclami postati su youtube.

Iorio da ieri ha dato ufficialmente il via alla sua nuova stagione politica. Da candidato al Senato o di nuovo da governatore, con il centrodestra o con un movimento tutto suo, poco importa. Quel che è certo è che lui ci sarà. Come l’araba fenice, dopo la disfatta di Isernia e la vittoria risicata alle Regionali dello scorso ottobre, il presidente intende ripartire dal basso, ovvero dal popolo, scusandosi con i suoi elettori per essere stato poco presente negli ultimi tempi. “Spesso mi sono fatto prendere dagli impegni istituzionali – ha spiegato – ma voglio aprire una nuova fase di confronto con voi”.

Per farlo ha scelto un agriturismo da dove è possibile ammirare uno splendido paesaggio. Una sintesi perfetta di cosa è il Molise, parola chiave del suo discorso. Perché il presidente ha incentrato tutto il suo intervento sul futuro della regione, sulla sua autonomia e sul suo possibile sviluppo. Per farlo, se dovesse essere necessario, sarà pronto persino ad andare contro il suo partito. Al centrodestra molisano ha lanciato una sorta di appello: “Serve un patto con gli elettori, qualcosa va cambiato, sono pronto a ricandidarmi ma se non cambieranno metodi e programmi allora mi metterò da parte. Siamo rimasti al secolo scorso e c’è bisogno di un radicale rinnovamento”.

Mutamento che per il presidente è sinonimo di “meritocrazia e di stop al clientelismo”.  Un sistema Molise, dunque, che premi i giovani con capacità. Non sono mancati i riferimenti alla situazione nazionale con una stoccata ai vertici del Pdl: “La nostra regione non può essere un eldorado dove tutti possono prendere a loro piacimento. Vogliamo da loro delle garanzie per il Molise. Se così non fosse io non ci sarò”.

Iorio poi si è rivolto al centrosinistra chiedendo agli avversari politici di annullare il ricorso presentato per l’annullamento delle scorse elezioni: “Ho chiesto loro – ha spiegato – di aprire una nuova fase in cui poteva esserci collaborazione per il bene comune, ma di tutta risposta mi hanno insultato. Del resto questo accade quando in un movimento non c’è un leader capace di prendere delle decisioni condivise da tutti”. Non poteva mancare anche un cenno a Di Pietro che “da Roma come sempre non perde occasione di infangare il nostro Molise. Se vuole tanto riunirci con l’Abruzzo che cominci ad andarsene lui”, queste le parole del presidente sottolineate dall’applauso del pubblico presente. Ed infine un riferimento a quel clima di antipolitica. “Un male che va fronteggiato con tutte le forze”, ha concluso il governatore.

Motivo per cui si è detto pronto a solcare di nuovo le piazze e le strade, annunciando che quello di Piana dei Mulini è stato solo il primo di una serie di appuntamenti di questa calda estate. Dove e quando ancora non è stato fissato. Certo è che, come ha spiegato il presidente, “oggi (ieri, ndr) non si celebra il funerale politico di Michele Iorio”.

E in effetti, il governatore è da tanti anni uno dei protagonisti pressoché incontrastati della politica molisana. Il che lo espone, senza dubbio, a luci e ombre, come anche, del resto, alle critiche di chi guarda con scetticismo al suo tentativo di rinnovare se stesso e la propria proposta politica. Riuscirà il governatore a convincere gli elettori di poter incarnare, nonostante il lungo cammino già percorso nelle istituzioni, quel connubio tra esperienza e innovazione di cui la Regione ha bisogno?