Comune di Isernia, la giunta tecnica di De Vivo spiazza (e scontenta) i partiti
07 Giugno 2012
Passata la festa, gabbato lo santo. Al primo banco di prova – il varo della giunta – il neo sindaco Ugo De Vivo, autore del “miracolo” che dopo dieci anni ha portato il centrosinistra alla guida del Comune di Isernia, si è già ritrovato a incassare i mugugni dei consiglieri eletti e le proteste dei partiti della coalizione. All’improvviso, da salvatore della patria De Vivo è diventato il bersaglio dei suoi stessi compagni di viaggio. Nessuno lo dice apertamente, per evitare figuracce, ma la scelta di affidarsi a quattro tecnici (Italo Spagnuolo Vigorita, Claudio Falcione, Gabriella Petrollini e Piero Castrataro) è andata di traverso a più di qualcuno.
Eppure, sulla carta la designazione di professionisti slegati dalle logiche di partito sembrava essere la soluzione più sensata. Anche per dare un segnale di apertura verso le richieste del centrodestra, che a Palazzo San Francesco detiene la maggioranza assoluta dei consiglieri. E invece no. Chi per un motivo, chi per un altro, ha trovato da ridire. Uno dei partiti che ha fatto registrare più di qualche scossone interno è stato quello dell’Italia dei Valori. Tant’è che il segretario regionale, Pierpaolo Nagni, si è affrettato a fare delle precisazioni. Sibilline, in verità. Perché da un lato sembra che si prendano le distanze dalle scelte del primo cittadino, dall’altro si cerca di trovare delle giustificazioni nei confronti di importanti esponenti locali del partito rimasti a bocca asciutta. Quando su alcuni organi di informazione è stato detto che Falcione, dirigente del Provveditorato alle opere pubbliche, sarebbe stato designato (o, meglio, imposto) dall’Idv, Nagni ha voluto mettere le cose in chiaro, almeno dal suo punto di vista: “Ci preme sottolineare che la scelta e le responsabilità rispetto alla nomina di professionisti esterni alla politica, appartengono esclusivamente all’avvocato De Vivo al quale, davanti a scelte responsabili e funzionali per la città, non faremo mancare il nostro sostegno”. In città, in realtà, si mormora altro. I big del partito – non solo locali – sarebbero entrati in rotta di collisione. Ma ora la ragion comune impone di far buon viso a cattivo gioco.
Ma soprattutto occorre recuperare gli scontenti. Tra loro c’è Edmondo Angelaccio: l’idea di un posto nell’esecutivo non gli sarebbe dispiaciuta affatto. Sarebbe stata una sorta di ricompensa per i cinque anni di dura opposizione, una vera spina nel fianco dell’ex sindaco Melogli. Né sarà facile spiegare a Maria Teresa D’Achille, prima degli eletti di tutta la coalizione: nonostante il suo notevole impegno, per un posto in giunta dovrà attendere. Anche nel Partito democratico si parla di scelte imposte dall’alto. Piero Castrataro sarebbe uscito dal cilindro del segretario regionale Danilo Leva. Nulla da dire sul nome: l’ingegnere nucleare è un giovane e validissimo professionista, ma gli eletti del partito scalpitavano per un posto al sole. Per disciplina di partito, tuttavia, tacciono. Luciano Sposato sotto sotto sperava di tornare a sedere tra gli scranni dell’esecutivo. Mentre in molti si aspettavano una “nomination” per Carlo Veneziale. Ma Leva – dicono i maliziosi – mai gli avrebbe dato visibilità. Perché vede in lui un temibile avversario in vista delle prossime candidature alle Regionali. Nulla da dire, invece, sulla designazione di Italo Spagnuolo Vigorita: il docente universitario di diritto amministrativo lo ha voluto fortemente in squadra lo stesso De Vivo. Unico appunto: ha perso i “requisiti” da tecnico, poiché si è candidato nella lista “Isernia che vorrei”. Per la cronaca, non ha raccolto nemmeno un voto. Ma è normale, visto che non risiede in città. La nomina di Gabriella Petrollini, dirigente del settore Finanze dell’Amministrazione provinciale di Isernia, ha invece fatto infuriare l’elettorato del centrosinistra. È ritenuta vicina all’ex presidente della Provincia Raffaele Mauro, l’ex pidiellino che si è candidato a sindaco con il sostegno di Futuro e libertà. Sarebbe stato proprio lui a “suggerire” questo nome al sindaco, in cambio del sostegno dei suoi consiglieri.
Insomma: che piaccia o no, almeno per ora la giunta è questa. E De Vivo appare tranquillo. Del resto non ha grandi ambizioni politiche. Chi lo conosce, giura che sarebbe capacissimo di farsi da parte, se i partiti dovessero continuare a lamentarsi o a mettergli i bastoni tra le ruote. Gli avevano dato carta bianca ed ora – giustamente – pretende che gli impegni della vigilia vengano mantenuti. Il sindaco ha così motivato la scelta: “Ritengo che una giunta comunale composta unicamente da tecnici di valore possa contribuire con maggiore efficacia a superare lo stato di innegabile e oggettiva difficoltà in cui versa oggi l’amministrazione comunale, aiutandola a realizzare un radicale processo di cambiamento. Sarà tuttavia necessario poter contare, oltre che sulla condivisione delle scelte da parte dei cittadini, sul rapporto di collaborazione che mi è stato sinora garantito dal senso di responsabilità di tutte le forze politiche in campo”. De Vivo non esclude, comunque, cambiamenti nei prossimi mesi. Ma almeno in questa prima fase intende avvalersi esclusivamente di “tecnici di provata esperienza, il cui compito sarà, in via assolutamente prioritaria, quello di operare in squadra per far quadrare il bilancio, mettendo a posto i conti e ridando efficienza alla macchina amministrativa, in modo da poter traghettare il Comune di Isernia verso un orizzonte dal quale si possa, seriamente, iniziare a pensare di programmare insieme il futuro”.
Sistemate le beghe interne, tuttavia, il primo cittadino dovrà scendere nell’arena per affrontare avversari ben più temibili: i consiglieri del centrodestra, quelli dell’anatra zoppa. Sono loro ad avere in mano il pallino del gioco. Possono staccare la spina quando vogliono. Nonostante qualcuno prema per un ritorno immediato alle urne, per ora sembra prevalere l’idea di aspettare ancora, di vedere la nuova amministrazione all’opera. Si comincia lunedì, con la prima seduta del consiglio comunale dell’era De Vivo.