Sforato il patto di stabilità a Isernia, un altro ostacolo al risanamento
19 Luglio 2012
Era stato annunciato, forse anche sbandierato per motivi di propaganda elettorale, ma adesso è arrivata l’ufficialità. Il Comune di Isernia ha sforato il patto di stabilità 2010. Tre milioni e settecentomila euro, a tanto ammonta lo sforamento. Ad accertarlo la Corte dei Conti, a confermarlo il commissario prefettizio Annunziato Vardè che, attraverso una delibera, ha preso atto della situazione finanziaria dell’ente.
Secondo i magistrati contabili sarebbero vari i settori dove le spese sono state eccessive, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di personale e consulenze. Nello specifico la Corte dei Conti ha posto l’accento sulla mancata approvazione di un programma riguardante gli incarichi di collaborazione esterna, preventivamente alla stipula di contratti di collaborazione autonoma. Leggendo la delibera del commissario, inoltre, balza agli occhi l’assenza di un piano delle alienazioni, delle valorizzazioni immobiliari ed un mancato aggiornamento dell’inventario comunale. Una politica non chiara, sempre secondo i revisori, anche delle società partecipate e delle azionarie detenute dall’ente a vario titolo, che non hanno consentito ai magistrati di esprimere un giudizio sugli equilibri di bilancio. Giudicate inattendibili, invece, le operazioni di accertamento dei residui attivi e passivi. Ed infine un’eccedenza delle spese del personale ed una mancata attività di recupero evasione della tassa sui rifiuti. Un quadro economico non certo idilliaco. Una condizione finanziaria molto difficile per l’ente.
E all’orizzonte si addensano altre nubi molto minacciose. Sembrerebbe, infatti, che la Corte dei Conti abbia trovato ulteriori irregolarità anche nei consuntivi degli anni successivi. Se così dovesse essere la situazione si aggreverebbe notevolmente. Vardè deve correre ai ripari per risanare le casse del Municipio. Avrà tempo fino alla primavera del 2013, quando scadrà il suo mandato e si tornerà alle urne. Sarà un periodo molto duro, anche perché in base agli accertamenti effettuati l’ente non potrà, per il momento, contrarre mutui e assumere altro personale. Uscite bloccate, insomma. Il funzionario del governo, dal canto suo, ha già tracciato la via da intraprendere. Le parole chiave per Vardè saranno rigore e tagli, che si andranno ad aggiungere a quelli già annunciati dal governo Monti. Per ora, come aveva annunciato il giorno del suo insediamento, non è sua intenzione aumentare le imposte. La situazione economica dell’ente, dunque, non dovrebbe pesare sulle tasche dei cittadini. Il commissario, inoltre, ha spiegato che per il momento l’ente non rischia il default.
Nonostante i rilievi della Corte dei Conti, l’ex sindaco Gabriele Melogli vuole vederci chiaro e continua a ribadire la bontà della sua azione amministrativa. Motivo per cui, dopo un primo incontro, avrebbe già chiesto un nuovo incontro con Vardè per definire insieme la via da intraprendere per evitare le sanzioni della magistratura. Anche perché lo stesso ex primo cittadino ha sempre ribadito l’inutilità dello strumento del patto di stabilità, una sorta di freno, sempre secondo l’ex amministratore, per gli enti comunali. A breve, inoltre, Vardè, insieme ai due vicecommissari, dovrà stilare il bilancio di previsione. Solo allora sarà più chiaro anche il futuro economico di Palazzo San Francesco. L’intento del funzionario è quello di consegnare al futuro sindaco un ente sano e pronto a risollevare la china.