Il centrodestra, una folla senza destinazione

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Il centrodestra, una folla senza destinazione

17 Ottobre 2012

Berlusconi non si candida per non ostacolare altrui candidature. Fini e Casini fanno un passo di lato per fare spazio a Monti. Montezemolo resta un passo indietro e manda avanti Italia Futura. Marcegaglia non si candida ma darà una mano a Casini che non si candida. Tremonti non si candida ma fa una lista per mandare avanti i giovani. Giannino, Zingales, Boldrin fermano il declino ma non si candidano. Briatore non si candida ma è disponibile per consulenze gratuite. Maroni si candida ma solo in Lombardia. Monti non si candida ma è a disposizione se serve.

A sei mesi dalle elezioni, il cosiddetto fronte moderato, che in Italia viene dato per maggioritario naturaliter, non ha ancora un suo campione. L’effetto è paradossale ma solo fino a un certo punto.

Per vent’anni il berlusconismo ha sostituito le regole con il carisma. Uno scambio efficace quando le cose vanno per il meglio: il carisma affascina, le regole pesano. Il primo mette le ali al leader le altre lo zavorrano. Dunque tutto bene (o quasi) finché c’è un leader: a lui lo scettro indiscusso del comando, a tutti gli altri un posto al tiepido ma confortevole sole del potere riflesso.

I guai cominciano quando il capo invecchia, perde fascino e spirito d’iniziativa. In quel momento avrebbe bisogno di una classe dirigente e di regole per selezionare il nuovo leader, ma l’una e le altre mancano all’appello. Così si procede a tentoni, nell’improvviso buio di un carisma al tramonto.

I dirimpettai del Pd conoscono il peso e l’impaccio delle regole. Sono un partito strutturato e per certi versi ingessato: hanno segreterie, presidenze, assemblee nazionali, direzioni nazionali, coordinamenti, commissioni di garanzia e di statuto, uffici elettorali. Tutto piombo nelle ali del leader, nel caso ce le avesse quelle ali.

Allo stesso tempo quelle regole racchiudono una loro invisibile ma costante capacità maieutica in grado di far emergere e mettere in circolo energie nuove e alla bisogna di presiedere al parto di una nuova leadership senza necessariamente dilaniare il corpo del partito. Così se si guarda in controluce sotto gli strappi e le tensioni di questi giorni, si vede un tessuto che tiene.

Il campo moderato al contrario è una folla senza destinazione. Troppi anni di carisma hanno intorpidito i riflessi politici. Troppi anni di culto della personalità lo hanno lasciato senza personalità. Nessuno ci vuole mettere la faccia per paura di perderla. Ognuno vorrebbe "leading from behind" come Obama in Libia. Non un buon precedente.

Tratto da L’Huffington Post