Quagliariello presenta a Pescara il suo libro su De Gaulle. Un interessante faccia a faccia con Antonio Polito sulla politica di
06 Febbraio 2013
Silvio Berlusconi come De Gaulle? Certamente il paragone è azzardato, ma a voler essere pignoli, più di un punto di vicinanza c’è. E’ andato avanti così, tra ironia e serio approfondimento, il faccia a faccia tra il senatore Gaetano Quagliariello e il giornalista Antonio Polito, ieri a Pescara, in occasione della presentazione del libro del senatore dedicato proprio a De Gaulle e ad un approfondimento della politica, di oggi e di ieri.
In sala, tantissime persone: amministratori locali e dirigenti politici, ma soprattutto tanta gente comune, segno evidente che la politica, quella vera, interessa ancora molto e tiene più che mai vivo il dibattito. Ed infatti, significativamente, la serata è iniziata con la consegna di un riconoscimento a Quagliariello da parte della marineria pescarese. Inutile soffermarsi ancora sulla situazione di emergenza che caratterizza questo comparto, ma ciò rende la misura del valore di questo gesto e dell’importanza dell’impegno perso dal senatore per portare delle risposte concrete ai pescatori abruzzesi. Una prova ulteriore del forte legame esistente con il territorio abruzzese, di cui Quagliariello ha sempre cercato di farsi interprete e portavoce.
Poi il discorso si sposta sul libro, in un interessante ed intelligente scambio con il giornalista Antonio Polito. “De Gaulle è stato un leader carismatico, che ha introdotto la modernità politica e cambiato la storia della Francia – ha spiegato Quagliariello -. Ci sono analogie e differenze rispetto all’Italia”. E quando si parla di carisma è inevitabile il riferimento a Berlusconi ed è innegabile, che “seppure con modi e stili diversi, entrambi hanno avuto un forte rapporto con la gente ed entrambi si sono opposti con fermezza ad una concezione oligarchica della democrazia”.
La platea ha seguito con attenzione le ricostruzioni, i parallelismi, le divergenze e si è scaldata quando Quagliariello ha osservato che c’è quasi più consapevolezza tra i militanti circa la possibilità della vittoria del Centrodestra alle prossime elezioni, che all’interno del partito. Perché la gente osserva e soffre sulla propria pelle il risultato del buono o cattivo governo. E certamente la prospettiva di essere governati da Bersani e Vendola o da Monti, fa molto riflettere.
Sul finale, non è mancata una vera e propria dichiarazione d’affetto del senatore per l’Abruzzo. Dove è arrivato tanti anni fa per partecipare ad un concorso da ricercatore all’Università dell’Aquila.
Da allora è iniziata una passione, ricambiata, per una terra “bella e affascinante perché ricca di contraddizioni”, ha affermato Quagliariello. Ma anche una terra fertile di idee e di coraggio, “una terra che ha dato i natali a grandi pensatori liberali come Spataro, Croce, Silone, D’Annunzio”. E qualcosa dovrà pur significare.