Popolari e PMI: 2012 ancora nel segno di un legame strettissimo
08 Febbraio 2013
Nel corso del 2012 l’andamento recessivo dell’economia reale ha colpito duramente il tessuto produttivo nazionale. In questo contesto le piccole e medie imprese, soprattutto quelle la cui attività si rivolge prevalentemente alla domanda interna, hanno chiaramente risentito più delle altre delle difficoltà derivanti l’attuale fase congiunturale negativa del ciclo economico. Nel nostro Paese, il secondo in Europa dopo la Germania per quanto riguarda importanza ed incidenza del settore manifatturiero, le piccole e medie imprese sono circa 4 milioni e 380 mila e rappresentano la quasi totalità del numero di aziende operanti sul territorio nazionale e quasi il 70% in termini di valore aggiunto. Gli addetti nelle PMI, circa 13,7 milioni secondo i dati Istat del 2011 rappresentano oltre l’80% dei lavoratori del totale imprese.
Tali numeri rendono ancora più chiaro quanto le PMI siano state importanti per lo sviluppo economico del Paese e come il loro ruolo di promozione e di sviluppo economico, oltre che di coesione sociale sia essenziale per la crescita.
Proprio perché consapevoli dell’importanza e dell’azione che le PMI svolgono a livello locale, le Banche Popolari, nel corso del 2012, così come negli anni passati in cui la crisi ha iniziato a manifestarsi e ad espandersi, hanno mantenuto il loro sostegno alle aziende di dimensione più piccola garantendo un flusso pressoché costante di prestiti. In generale, se si esaminano i dati relativi ai nuovi prestiti erogati dalle Banche Popolari alle piccole medie imprese nei quattro anni precedenti la crisi economica (2003-2007) con quelli successivi (2008-2012) emerge come l’ammontare di nuove risorse messe a disposizione dalla Categoria sia rimasto lo stesso, circa 160 milioni di euro, a conferma del ruolo anticiclico e di stabilizzazione dell’economia che il Credito Popolare ha svolto in tutti questi anni, coerentemente con la propria storia, vocazione e tradizione.
Tale tendenza si è confermata anche nell’anno passato. Le Banche Popolari hanno ulteriormente consolidato la propria quota di mercato per quanto riguarda i finanziamenti alle PMI passando dal 25,9% del 2011 al 26% nel 2012, con un aumento maggiore nel mezzogiorno dove la crescita dell’incidenza dei prestiti a PMI delle Popolari sul sistema bancario è salita di ½ punto percentuale. Nel dettaglio, gli incrementi più sostenuti si sono registrati nelle isole (+0,6%) e al nord nel Friuli Venezia Giulia (+0,8%) a cui si sono aggiunti altri aumenti più contenuti nelle restanti regioni con l’eccezione di quelle dell’Italia centrale e della Calabria.
Questo processo è avvenuto evidenziando, inoltre, una migliore efficienza allocativa, con un rapporto sofferenze e impieghi che, pur essendo salito nell’ultimo anno al 9,6%, continua ad essere significativamente inferiore all’analogo dato di Sistema (11%), con una differenza che tende ad accentuarsi in favore delle Popolari proprio nelle regioni meridionali dove la situazione economica risulta ancora più difficile e critica rispetto al resto del Paese.
Questi risultati non sono conseguenza del caso. Sono il prodotto di un modo di intendere l’attività bancaria costruito e sviluppato nel corso del tempo e che grazie alla particolare forma di governance derivante dalla matrice cooperativa di questi istituti ha saputo essere vicina ai bisogni del tessuto produttivo e sociale. Una sensibilità ed una attenzione figlia anche della prossimità che contraddistingue il credito popolare, testimoniata dal fatto di rappresentare oltre il 25% del mercato bancario in 63 delle 110 province italiane ed oltre il 10% in 106.
A volte sarebbe forse utile fermarsi un istante e riflettere su cosa sarebbe potuto essere il sistema imprenditoriale italiano in questi anni senza la presenza di banche a vocazione civica e localistica come le Popolari che hanno dimostrato nei fatti di comprendere pienamente l’importanza della sfida che la crisi economica e finanziaria ci ha messo di fronte. Se oggi il sistema Italia, malgrado le innumerevoli difficoltà che continua ad affrontare, può ancora sperare di riagganciare il treno della ripresa è anche perché numerose realtà creditizie locali, piccole e grandi, sono riuscite a farsi carico in parte delle difficili condizioni congiunturali dell’economia reale, grazie proprio ai legami con il territorio che la natura cooperativa tende generalmente a rendere più stringenti, vincolanti e soprattutto concreti.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari