Low cost, high stress

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Low cost, high stress

20 Novembre 2012

Un ragazzo spagnolo di 25 anni ė morto a Ciampino nel tentativo disperato di non perdere il suo volo Ryanair verso casa. Era in ritardo, ha corso come un matto, ė riuscito non si sa come a raggiungere la pista, ma arrivato alla scaletta dell’aereo si é accasciato al suolo e non si é più rialzato.

La vicenda mi ha colpito particolarmente perché nelle stesse ore ero anch’io alle prese con le traversie di un volo low cost e la storia dello spagnolo veniva commentata con un certo scherno dagli addetti ai controlli.

Mentre ero anch’io impegnato in una coda estenuante al metal detector, con intorno la devastazione di un aeroporto con lo sciopero delle pulizie, ho capito l’ansia di quel ragazzo, magari a corto di soldi, con il suo solo biglietto a disposizione, costretto a scontrarsi con quel moloch che è una compagnia low cost, la sua assoluta impersonalità, le sue regole senza volto, le sue sadiche penalità. Per un momento me lo sono immaginato come il protagonista di una vicenda alla Hunger Games, una storia di vita di o di morte finita male a un passo dal salvezza.

Forse ero suggestionato dalle scene che avevo sotto gli occhi. Signore di una certa età che cercavano disperatamente di fare entrare la borsa nel trolley già strapieno, sotto l’occhio impietoso del controllore, pronto a fagocitare il tutto nella pancia dell’aereo e riscuotere l’esossima penale. Mentre altri si sforzavano di dimostare alle annoiate hostess che il loro bagaglio entrava nella piccola gabbia a disposizione, e sembravano pronti a mangiarselo a morsi pur di ridurlo a misura.

Non essendoci posti assegnati – oltre al sadismo non mi viene in mente una ragione di risparmio per questa assurda procedura – tutta l’attesa al gate si svolgeva in piedi e in fila, tutti terrorizzati dalla possibilità che salendo per ultimi, il bagaglio a mano, passato indenne alla prova della gabbia, venisse comunque sequestrato sulla soglia della cabina per motivi di spazio. È successo a me a molti altri proprio ieri. I pochissimi che passano avanti, sicuri con i loro bagagli al seguito, quelli del priority boarding, vengono guardati con invidia, ma anche con quell’ombra di disprezzo per chi, in una partita dura, si è comprato il guardalinee.

Ma la sensazione, volando low cost, di ingaggiare una lotta senza quartiere con un avversario ostile e infido la si riceve fin dalla prenotazione on-line. E’ un video game pieno di trappole e di insidie, dove gli errori non vengono perdonati, le penali fioccano improvvise e le tariffe si gonfiano senza un perché. Prendete ad esempio la storia dell’assicurazione sul sito di Ryanair. Viene messa per default nel calcolo della tariffa ed è difficilissimo rendersene conto. Se però si è sufficientemente vigili per accorgersene, tornare in dietro e cancellare il pagamento è una prova acrobatica. Perché il modo di deselezionare l’assicurazione esiste, solo che è diabolicamente celato in un menù a tendina dedicato alla città di residenza.

Facendo molta attenzione, tra una città e l’altra, come per caso, si trova la dicitura "non mi voglio assicurare". Il problema è che quando si torna indietro per cancellare l’inavvertito pagamento, il menù a tendina non c’è più, scomparso. Bisogna allora azzerare tutto e ricominciare la prenotazione da capo, con il rischio di perdere la tariffa a cui si aspirava.

Forse si scoprirà che il povero ragazzo spagnolo aveva qualche debolezza di cuore e che il volo low cost non c’entra nulla. Ma resta l’impressione, dopo essere tornati sani e salvi, di non essere stati i clienti di una compagnia aerea, quanto i concorrenti di uno spietato survivor game.

Tratto da Huffington Post