Primavere arabe. Era meglio quando si stava peggio

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Primavere arabe. Era meglio quando si stava peggio

20 Settembre 2012

Si stava meglio quando si stava peggio. Già sentito dire? E allora perchè tutti si sono eccitati tanto quando le folle arabe, adornate di aura primaverile, hanno fatto le loro rivoluzioni? Ora la novità è che, a confermare le delusioni, i dati dicono che la forza dell’opinione pubblica, le libertà civili, lo stato di diritto, la corruzione e la trasparenza hanno fatto nei paesi rivoluzionari passi indietro o sono rimasti fermi rispetto ai bei tempi dei tiranni. Lo scrive il rapporto della Freedom House che di mestiere misura ogni anno il tasso di democrazia.

Non che la si debba prendere per oro colato, ma poichè gli tocca in questo caso dire il contrario di quello che probabilmente gli farebbe piacere (se la prende più volentieri con i paesi democratici), magari stavolta è credibile. La democrazia è misurata da parametri numerici. La perfezione nella “governance” democratica si raggiunge con 7 punti, la decenza con 5. Il mondo islamico è andato giù, la rivoluzione egiziana che si meritava sotto Mubarak 1,98 ora, nonostante le libere elezioni che danno un bel punteggio, raggiunge solo il 2,25. Siamo vicini al Baharein che nel 2004 aveva il 3,27 ed è piombato al 2,03, il livello della Siria quando è scoppiata la rivoluzione contro Assad.

Dice però la Freedom House che la Tunisia dal 2,36 di Zine el Abidine Ben Ali è salita al 4,11. Davvero? Il dato fa piacere, ma sembra in contraddizione con le notizie: la nuova Costituzione contiene una clausola che invece di stabilire un criterio di parità descrive le donne come “complementari” alla figura maschile; un altro articolo definisce reato qualsiasi rapporto con Israele. E quanto a trasparenza non convincono proprio i giochetti per cui è svanito nel nulla, mentre la folla gridava “Obama Obama siamo tutti nuovi Osama” il capo dei “Partigiani della Sharia” Abu Iyad ricercato dalla polizia perchè aveva ispirato (o comandato?) gli attacchi legati al film su Maometto costati quattro morti innocenti. La polizia non ha potuto o non ha voluto arrestarlo benchè fosse a portata di mano.

In realtà, al di là dei conteggi, quello che deciderà il futuro è l’aria politica che spira: si capisce bene che andrà di male in peggio. Nel vento non soffia la parola democrazia. Mugghia invece un’onda alta che porta sempre più su l’islamismo jihadista e l’odio antioccidentale. I salafiti e Al Qaeda si organizzano chiedendo più Shaaria. Gli Hezbollah sciiti prendono la piazza subito dopo la partenza del Papa per predicare a immense folle l’odio e la guerra, proprio dove un minuto prima si predicava amore. Si vede il presidente egiziano Mursi che ci mette troppo tempo e troppo poco cuore a condannare gli assassinii di questi giorni. Fra un pò si dirà: si stava meglio anche quando si stava ancora peggio.

Tratto da Il Giornale