Il Pdl archivia il governo dei Prof. (ma non Monti) e mette in moto la macchina elettorale

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Il Pdl archivia il governo dei Prof. (ma non Monti) e mette in moto la macchina elettorale

07 Dicembre 2012

L’esperienza del governo tecnico “è conclusa”, dice Alfano a Napolitano. Nel faccia a faccia mattutino e poi nell’intervento alla Camera, Alfano tira la riga sui tecnici a Palazzo Chigi, ma non su Monti. Passaggio che da un lato ha un qualche peso politico in uno scenario ancora in movimento; dall’altro non collide con la discesa in campo del Cav. che ha sempre mostrato di voler mantenere un canale aperto col Prof.

Alla bocciatura netta sull’esecutivo che ha compiuto “alcuni errori e i principali glieli ha fatti compiere il Pd”, tuona Alfano snocciolando la riforma del mercato del lavoro sulla quale i democrat hanno agito “sotto il diktat della Cgil a sua volta sotto il diktat della Fiom”, il troppo rigore a fronte della crescita zero e il voto italiano in sede Onu sulla Palestina “che ha riorientato in una direzione la politica estera su una strada che non ci piace e lo ascriviamo al cattivo condizionamento della sinistra”; fa da contraltare il riconoscimento a Monti  al quale Alfano dice “che nulla del nostro giudizio ha a che fare con la rispettabilità della sua persona, con il decoro con cui ha servito e serve le istituzioni repubblicane, con la lealtà con cui ha condotto il rapporto con le forze politiche e con la nostra in particolare”.

Passaggio che in Transatlantico non è sfuggito ai commenti degli addetti ai lavori e non. Del resto, lo stesso Cav. che oggi ha riunito i suoi per avviare la macchina della campagna elettorale, ha sempre speso parole positive per l’operato del Prof. lasciando intendere un canale di dialogo mai chiuso tra i due. Ma come tutto questo potrà tradursi in qualcos’altro tra un paio di mesi nessuno lo sa e all’orizzonte è difficile intravederlo. Quello che appare chiaro è che la linea del Pdl appare tutta orientata a recuperare voti ed elettori attualmente in ordine sparso, battendo forte sul tasto della pressione fiscale, ma anche per risintonizzarsi con imprenditori e categorie produttive, Confindustria in testa che ad esempio ieri sera a Porta a Porta Gasparri e Cicchitto hanno citato più volte.

Insomma linea dura, soprattutto contro l’avversario numero uno, Bersani. Il segretario del Pdl in Aula ha attaccato: “Non ci faremo attaccare addosso la lettera scarlatta dell’irresponsabilità. Non crediamo che irresponsabilità faccia rima con cecità. Ieri non abbiamo votato la sfiducia perchè avremmo causato l’abisso dell’esercizio provvisorio. Vogliamo concludere ordinatamente legislatura”. Il che significa voto sulla legge di stabilità, come peraltro indica il presidente della Repubblica. In mezzo, il Pdl, ci mette due questioni che auspica possano essere condotte in porto prima del voto e che fanno parte dell’accordo della ‘strana maggioranza’ montiana, ma ad oggi rimaste incompiute: la legge sulle intercettazioni e la responsabilità civile dei magistrati. Alfano lo rimarca ed è un segnale per l’esecutivo dei Prof. “nell’ordinata” chiusura di questa legislatura.

L’altro tema sul campo politico è la data del voto. Considerato che la legge di stabilità approda a Palazzo Madama il 18 dicembre, l’idea di un voto a febbraio appare sempre più impraticabile anche perché significherebbe prevedere lo scioglimento delle Camere tra due settimane. Più probabile che il Quirinale possa optare per la seconda settimana di gennaio, in modo da fissare le elezioni a marzo, magari entro il 10 e magari con l’election day. Ma anche su questo per ora è difficile fare previsioni. Può darsi che il tema sia stato affrontato nel faccia a faccia pomeridiano di Napolitano con i presidenti di Camera e Senato, anche se l’auspicio del Colle è che tra le priorità in agenda ci sia anche quella della riforma della legge elettorale. Opzione che appare sempre più appartenere alla sfera dei desiderata.