Sacconi: “Per far risalire l’occupazione servono meno regole e meno tasse sul lavoro”
03 Aprile 2013
di redazione
"EUROSTAT e ISTAT consegnano un quadro della disoccupazione europea ed italiana stabilmente negativo", lo afferma il senatore Maurizio Sacconi (Pdl). "Rimane tra la dimensione italiana e quella europea un differenziale del solo 0,4% mentre fino a diciotto mesi fa l’Italia vantava una disoccupazione inferiore di quasi due punti rispetto alla media dell’Unione".
"Rimane elevatissimo il livello della disoccupazione giovanile nonostante la piccola fluttuazione mensile. Rimane bassa l’occupazione femminile nonostante il modesto incremento sul mese precedente. Il lavoro si ripropone pertanto come il fine principale di ogni azione di governo, a partire da quelle terapie d’urto che si devono rivolgere non solo alla liquidità delle imprese ma anche ad un drastico incremento della convenienza ad assumere o a confermare lavori a termine".
"Il Governo Monti," prosegue Sacconi, "non appare tuttavia in grado di rileggere se stesso autocriticamente correggendo la legge Fornero come sembrano condividere, almeno in termini generali, il PD ed il PDL. Così come esso non appare in grado, per la naturale delegittimazione di fine mandato, di negoziare con la Commissione Europea l’uso del Fondo Sociale, nella sua dimensione residua del 2013 ed in quella della prossima programmazione settennale, quale copertura per azioni di riduzione del costo del lavoro".
"Questa possibilità è consentita dal precedente realizzato dal Governo Berlusconi che ottenne da Bruxelles la possibilità di coprire il credito d’imposta per le nuove assunzioni nel Mezzogiorno con il Fondo Sociale Europeo. In questo modo è diventato possibile un impiego di fondi comunitari senza incremento della spesa pubblica determinato dal cofinanziamento e senza la ricerca, a tutti i costi, di programmi di spesa spesso rivelatisi inefficaci. Il lavoro può crescere solo con meno regole e meno tasse!".